La grande Stazione porterà sviluppo se il controllo della società civile sarà sempre più incalzante.
Certo la Stazione di Afragola è realtà, viaggiatori, turisti, studenti. Dall’11 giugno fiumi di parole a mettere o a togliere a questa enorme infrastruttura che potrebbe cambiare definitivamente il volto di un intero territorio. Soli pochi giorni dal taglio del nastro e sono arrivati i magistrati a spezzare l’entusiasmo: parcheggio e bar provvisorio senza i regolari permessi per esercitare. Titoloni sui giornali e sotto accusa finisce quasi sempre il municipio di Afragola anche se in realtà è stato proprio il municipio a negare quei permessi sia al parcheggio che al bar: infatti nessuno ha sottolineato che l’ufficio competente del municipio afragolese è stato il primo a negare quei permessi con una “pec”, posta elettronica certificata, lo ha fatto molto prima che arrivassero i magistrati a mettere i sigilli e nonostante le grandi difficoltà a tenere sotto controllo un territorio vasto come quello afragolese. Roghi tossici, l’ultimo stanotte proprio a lato della grande stazione, la movida notturna che sempre stanotte ha visto auto capovolte in pieno centro cittadino totalmente alla mercè dei folli che impazzano impuniti. Nonostante la carenza di uomini e mezzi, nonostante le poche risorse destinate al controllo del territorio qualcosa si cerca di fare. La Polizia Locale, con gli uomini del gruppo di polizia giudiziaria travestiti da turisti ha multato i tassisti che svolgono il servizio senza i permessi per farlo, in effetti i taxi possono solo portare persone e non prelevarle. C’è tanto da lavorare per fare in modo che la “Grande Stazione” metta in moto un sano sviluppo del territorio e c’è bisogno anche del controllo della società civile su questo processo oltre all’impegno della classe dirigente.