domenica, Novembre 24, 2024
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TRAM in scena, con “Panenostro”, il teatro civile di Rosario Mastrota

DAL 14 AL 17 DICEMBRE

PANENOSTRO
testo e regia Rosario Mastrotacon Andrea Cappadonaassistente alla regia Dalila Cozzolinoscenografia Marco Foscariproduzione Compagnia Raglidurata 53’Testo vincitore del premio “Per voce sola” Teatro della Tosse – Genova
“Cump’il pan del prestín terún”. Giuseppe fa il pane, ama impastarlo e creare i suoi “figli” di farina e acqua; è panettiere da generazioni, figlio e nipote di emigranti calabresi in un nord algido che gli ha regalato la vita; nella sua panetteria intrisa di sud, il panettiere calanordico o nordcalabro perfeziona l’eredità di un mestiere. E’ il panettiere del quartiere, Giuseppe, vive senza falsità, ingenuo, come gli ingredienti amalgamati nella sua umile missione di fornaio.

E quella stessa umiltà, palesata con la sottomissione remissiva all’imposizione malavitosa, lo rende inconsapevole finanziatore del meccanismo della onorata ‘ndrangheta calabrese radicata al nord: “Papà pagava e pure nonno pagava”. Anche scorrendo sul binario dritto della normalità, appare, sul regolare percorso delineato, una curva imprevista o un’interruzione netta, inevitabile, e nonostante il protagonista di quella vita provi a nascondersi nell’assoluta trasparenza dell’ordinario, accade che quell’essere invisibile si trasformi in evidenza esagerata, in straordinario emblema di popolarità casuale.

La casualità arriva portata dalla rabbia, in modo bestiale, dopo lunghe sopportazioni, ed è bella, intima, solo per un attimo, poi, però, è letale. Perché quell’unica colpa casuale, quell’unico lampo bestiale di umanità, diventano espiazione di un’unica vita. ‘’Rimetti a noi i nostri debiti’’ è prosa avulsa dalla realtà. Farsi giustizia uccidendo, soccombere alla giustizia per avere ucciso, lascia un debito: non avere giustizia.

Note di regia  Panenostro, è una storia d’amore intessuta in un’ambientazione noir. Parrebbe fiction ma scavando all’interno si evince la cruda realtà che lo permea.

L’estorsione e l’intimidazione rendono impossibile la conduzione di una vita normale, seppur vissuta nella semplicità di un contesto anonimo e riservato. Quando la contaminazione aggredisce i sentimenti la reazione avviene dettata dall’impulso e la conseguenza è letale. Elementi chiave, semplici come il pane, racchiudono Panenostro nell’alveo del teatro di narrazione, dove la storia raccontata trasuda di riscatto e diventa manifesto di chi non ha la forza necessaria per reagire. Inquadrare il personaggio “semplice” che perde, nonostante l’atto sia di vittoria, è a mio avviso un altro tassello importante del lavoro di ricerca della Compagnia sulla smitizzazione della ‘ndrangheta, ancora una volta (come per L’Italia s’è desta) non ci sono eroi da celebrare, né buoni né cattivi. Apparentemente pare che abbiano perso tutti quanti, sia i buoni che i cattivi, ma in realtà si palesano come vincenti la speranza di cambiamento e l’amore, motore inarrestabile di ogni atto umano.

orario: dal lgiovedì al sabato h 21,00

domanica ore 18,30

costo biglietto € 12,00 (intero)

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