Di Luigi Manzo – Il forno crematorio comunale di Napoli è appena stato inaugurato e fa già parlare di sé – purtroppo per un incidente diplomatico che avrebbe potuto essere facilmente evitato.
L’8 febbraio 2019, infatti, abbiamo assistito alla spettacolarizzazione (decisamente fuori luogo) dell’apertura del forno crematorio della città: un progetto che ha dovuto aspettare 20 anni prima di essere realizzato e che comunque non riesce da solo a rispondere alla massiccia richiesta dei cittadini.
<<Oggi, con la #cremazione della prima #salma, abbiamo aperto il primo #fornocrematorio al #cimitero di #Napoli. La città aspettava questo momento da oltre #20anni!>>. È con queste parole che il vicesindaco Enrico Panini – che ha sostituito, per l’occasione, il sindaco De Magistris, occupato con altre questioni di carattere nazionale – dichiara il suo entusiasmo sui social. Ma ogni inaugurazione, si sa, ha bisogno di una dimostrazione e il forno crematorio di Napoli non ha fatto eccezione: peccato, però, che la prima
bruciatura del forno sia stata ripresa in un video divulgato sulle piattaforme del vicesindaco e acclamata come un successo, dimenticando per un attimo che si tratta, pur sempre, di un momento doloroso per i cari del defunto.
Anche i delegati della Eccellenza Funeraria Italiana (EFI) Gennaro Tammaro e Alessio Salvato hanno espresso il loro disappunto con l’accaduto e hanno associato l’inaugurazione del forno a quella del Pizza Village o ai festeggiamenti per lo scudetto, sottolineando come in questo modo si siano lesi la dignità e il dolore dei familiari dell’estinto e ribadendo l’inadeguatezza della capacità del forno che, da solo, non riuscirà a risolvere il problema del traffico di cremazioni del capoluogo campano.