Dopo diversi comuni della Campania, anche a Ravello dal 1 luglio 2019 sarà vietato vieterà uso, detenzione, importazione e commercializzazione di plastica usa e getta per scopi alimentari.
Ravello Plastic-free
Con un’ordinanza del 12 aprile scorso, il sindaco di Ravello, Salvatore De Martino, ha vietato l’uso di plastica nel comune della costiera amalfitana, imponendo l’impiego esclusivo di materiale ecocompatibile per alcuni prodotti. L’obiettivo? La riduzione dell’inquinamento ambientale e la progressiva abolizione del consumo di plastica.
Come si legge nell’ordinanza del comune, un tale provvedimento è stato giudicato necessario dopo aver accuratamente considerato che “promuovere e garantire la necessaria filiera del riciclaggio non appare più sufficiente ad assicurare un’adeguata protezione ambientale e che, pertanto, risulta prioritario ed essenziale far sì che lo smaltimento costituisca una fase residuale minima della gestione dei rifiuti, anche in considerazione della circostanza che le amministrazioni debbono provvedere alla gestione dei rifiuti con le inadeguate risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Perciò, a partire dal 1 luglio 2019, tutti gli esercenti, le attività commerciali e artigianali, nonché le organizzazioni turistiche esterne al tessuto cittadino, insomma tutti i soggetti che, sul territorio di Ravello, forniscono ai loro clienti plastica monouso per la consumazione di cibi e bevande, potranno distribuire ai consumatori esclusivamente prodotti in materiale biodegradabile e compostabile, in conformità alle norme UNI EN 13432 e UNI EN 14995.
I prodotti interessati sono posate, piatti, bicchieri, vassoi, paline per il caffè, contenitori per l’asporto di cibi, sacchetti monouso (shoppers), che dovranno essere tutti rigorosamente in materiali ecocompatibili.
Il provvedimento sarà applicato anche in occasione di eventi pubblici, durante i quali i commercianti, i privati, le associazioni e gli enti pubblici potranno fornire ai turisti e visitatori, al pubblico, ai consumatori in generale, i suddetti prodotti unicamente “in materiale biodegradabile e compostabile, allo scopo di minimizzare la quantità di rifiuti e l’impatto ambientale”.
L’obbligo è esteso a tutto il territorio comunale, inclusa l’intera fascia costiera e la spiaggia di Ravello, dove saranno vietati “l’uso, la detenzione, la commercializzazione e l’importazione di manufatti monouso ad uso alimentare in plastica”, come si legge nell’ordinanza.
La sanzione in caso di trasgressione è compresa tra un minimo di 25 e un massimo di 500 euro. Tuttavia, è previsto un periodo di transizione di 120 giorni dalla pubblicazione del provvedimento, per consentire l’esaurimento dei depositi di magazzino e delle scorte dei prodotti in plastica oggetto del divieto.
La linea europea
La Città della Musica si unisce ad altri comuni virtuosi che, nei mesi scorsi, hanno contribuito alla sensibilizzazione a favore dell’eliminazione della plastica monouso, aderendo alla campagna “Plastic-Free”, e adeguandosi, di fatto, alle direttive promosse dall’UE e dalla sua Plastic Strategy.
Lo scorso ottobre, in una nota con la quale annunciava la sua partecipazione all’assemblea Anci di Rimini, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva auspicato una grande partecipazione alla campagna, augurandosi che “i comuni italiani possano e vogliano accettare la sfida di bandire l’utilizzo della plastica usa e getta, intraprendendo un percorso che li porterà a diventare sempre più ecosostenibili”. Vi avevamo già parlato del provvedimento attuato ad Ischia, ma ordinanze simili sono state firmate anche dai sindaci di altri comuni, tra cui Cetera, Capri, e Napoli, dove De Magistris bandirà la plastica dal lungomare a partire dal prossimo mese di maggio.
La guerra alla plastica usa e getta si è inasprita in seguito all’approvazione a Strasburgo, da parte dell’UE, di un accordo politico che mira alla sua interdizione entro il 2021. Secondo i dati della Commissione Europea, si stima che circa l’80% dei rifiuti marini nel mondo sia, in realtà, costituito da plastica. A causa della sua decomposizione estremamente lenta (finanche un millennio) la plastica tende ad accumularsi nei mari, negli oceani e sulle spiagge, con conseguenze disastrose per le nostre acque, per gli animali e per gli esseri umani. Secondo il rapporto 2017 del progetto Seas At Risk, l’Italia (14.3%) si piazza tra i sei più grandi consumatori europei di plastica. In compagnia del Bel Paese, troviamo Germania (24.6%), Francia (9.6%), Spagna (7.7%), Regno Unito (7.5%), Polonia (6.3%).*
L’applicazione delle norme a favore dell’abolizione della plastica monouso rappresenta un primo fondamentale passo per la tutela della salute del nostro pianeta. La strada è lunga, il tempo a disposizione poco, ma sicuramente questa è la direzione giusta verso un tipo di consumo ecosostenibile.
*Dati inclusi nel Background Report di Seas At Risk