giovedì, Settembre 19, 2024
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Aprirà a Napoli il primo museo del Gatto Nero

Nella città della superstizione apre il primo museo del Gatto Nero

Nel cuore del Vomero, contro la “jella”

Il museo sarà inaugurato il 17 Novembre 2019, in occasione della festa dedicata appunto ai gatti neri.
Il progetto è portato avanti da AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente. La scelta della città di Napoli non è stata casuale: “Quale luogo migliore della città più scaramantica del mondo – si chiede il presidente dell’AIDAA, Lorenzo Croce  per scardinare i pregiudizi nei confronti dei gatti neri?”

Il museo consisterà nell’esposizione di quadri, sculture ed opere di qualsiasi natura che riguardino il gatto nero. Sarà presente anche un percorso tematico, contenente libri e scritti, che spiegherà la storia dei gatti neri e il perché siano stati associati alla sfortuna ed alla “jella”, seguendo un arco temporale che va dal tempo delle streghe ai giorni nostri.

Una storia sfortunata

Sembra che la cattiva reputazione di questi sfortunati felini derivi anche dal fatto che, correndo davanti ai cavalli che trainavano le carrozze e i carri, li facessero imbizzarrire e causassero in questo modo diversi incidenti. Partendo da questo, il gatto nero ha visto peggiorare sempre di più la sua fama venendo accostato alle streghe ed a divinità pagane che, col cristianesimo, finirono per essere associate a satana e ai demoni. Probabilmente a rendere tanto odiati questi felini, nel mondo cattolico, è stata anche la loro indole libera e ribelle che si contrapponeva a quella del cane, fedele e servile.

Un pagano

E’ noto che i gatti fossero sacri in Egitto, dove vi era anche una dea che aveva proprio le sembianze di un gatto nero – Bastet, prima dea della guerra nel basso Egitto e poi dea della casa, delle nascite, delle donne e, naturalmente, dei gatti. Il gatto era sacro anche a Iside, Diana e Artemide: con l’avvento del cristianesimo tutte queste divinità femminili e pagane assunsero connotazione negativa e finirono per essere identificate come demoni, incubi, succubi e come, insomma, ogni tipo di satanasso infernale. Il gatto divenne dunque l’animale dei demoni e delle Streghe. Addirittura, Papa Innocenzo VIII sentì la necessità di dichiarare espressamente che “il gatto è l’animale preferito del diavolo e idolo si tutte le streghe”.

 

gatto
gatto nero

La bestia di Satana

Accadde così che il povero animale, nel medioevo, sebbene fosse decisamente utile ad eliminare i topi che erano una delle principali fonti di diffusione delle malattie, venisse perseguitato. In un manoscritto del 1180 leggiamo addirittura che Satana in persona “scende come un gatto nero davanti ai suoi devoti. Gli adoratori spengono la luce e si avvicinano al luogo dove hanno visto il loro maestro. Lo cercano nel buio e quando lo hanno trovato lo baciano sotto la coda.”.

L’animale degli Islamici

Non era tuttavia odiato ovunque: il gatto era assai apprezzato nel mondo islamico. Secondo molti racconti, infatti, Maometto amava i gatti. In Medio Oriente sorsero così addirittura molte associazioni che si dedicavano alla cura dei gatti da strada. Possiamo leggere, in un antico manoscritto di un pellegrino cattolico, che una delle differenze più abissali tra islamici e cristiani fosse proprio questa: gli adoratori di Cristo amavano i cani, gli islamici, invece, i gatti.

Black cat museum

La storia del gatto e del gatto nero in particolare è insomma non poco travagliata, almeno per quanto riguarda l’occidente cattolico. Per conoscere meglio le sue affascinanti peripezie non resta insomma che aspettare l’apertura del museo del gatto nero e chissà che, finalmente, questo bistrattato felino non riesca a trovare un po’ di pace.

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