venerdì, Novembre 22, 2024
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Salone del Libro, ci sarà la casa editrice di CasaPound: scoppia la polemica e gli ospiti disertano

Salone del Libro di Torino, sarà presente la casa editrice di CasaPound: scoppia la polemica e intanto, tantissimi ospiti e intellettuali disertano la kermesse.

Da alcuni giorni, il Salone del Libro, in programma al “Lingotto Fiere” di Torino, dal 9 al 13 maggio, è al centro di alcune polemiche. Il motivo è la presenza, tra gli stand, di “Altaforte”, casa editrice vicina a CasaPound, che probabilmente pubblicherà a breve un libro-intervista al ministro dell’interno Matteo Salvini, dal titolo “Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio”. Un’intervista curata dalla giornalista Chiara Giannini, con la prefazione di Maurizio Belpietro.

Il 2 maggio, il direttore del Salone, Nicola Lagioia, è intervenuto sull’argomento con un lungo post su Facebook, in cui ha esposto alcune precisazioni, tra cui il fatto, per esempio, che gli uomini politici sono stati invitati a presenziare al Salone:

«solo in veste istituzionale, come semplici lettori».

Lagioia ha poi sottolineato che la scelta del programma è responsabilità sua e del Comitato editoriale ma non lo è quella degli stand.

Oggi, sabato 4 maggio, è intervenuto sul caso proprio il Comitato editoriale, che ha fatto riferimento all’articolo 21 della Costituzione che garantisce a tutti:

«la libertà di pensiero e di espressione».

E poi si è ribadito che la magistratura dovrà giudicare chi:

«persegua finalità antidemocratiche. È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri».

Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio di Roma e consulente del Salone del Libro, ha dato le sue dimissione dopo che il suo lungo post sui social ha scaturito tante polemiche e afferma:

“Ho deciso di presentare la mie dimissioni dal gruppo dei consulenti per proteggere il Salone del Libro di Torino dalle polemiche che hanno fatto seguito a un mio post, pubblicato a titolo strettamente personale. Il Salone del Libro di Torino è uno spazio di libertà, di dibattito e confronto di idee, di cultura e di apertura, di molteplicità e democrazia. È il risultato del lavoro appassionato e della dedizione di centinaia e centinaia di persone. È importante per il paese e appartiene a tutti.”

Inoltre, Raimo ha destato l’attenzione del mondo della cultura perché ha fatto riferimento ad alcuni giornalisti e intellettuali che, secondo lui, con i loro libri porterebbero avanti un’idea di “razzismo esplicito” e ha aggiunto di aver redatto una sorta di lista di proscrizione con i loro nomi.

Il sottosegretario ai Beni Culturali, Lucia Borgonzoni ha affermato:

«Le accuse di fascismo e razzismo rivolte pubblicamente ad alcuni giornalisti italiani da parte del consulente del Salone del libro di Torino, Christian Raimo, sono di una gravità inaudita. Esprimo loro la più totale solidarietà e vicinanza».

Nicola Porro tramite il suo blog, così come Alessandro Gnocchi, firma de “Il Giornale”, hanno espresso solidarietà ai gironalisti e intellettuali chiamati in causa.

La solidarietà a Raimo è arrivata invece dal collettivo Wu Ming. Wu Ming 4, pseudonimo di Federico Guglielmi, scrittore e membro del gruppo, ha deciso di annullare la propria partecipazione alla kermesse letteraria:

«La settimana scorsa abbiamo annunciato la partecipazione di Wu Ming 4 al Salone per presentare l’antologia di suoi scritti su J.R.R. Tolkien, Il Fabbro di Oxford, in uscita per la casa editrice Eterea. Oggi annunciamo che la presentazione è annullata».

Il collettivo si scaglia contro gli organizzatori che secondo loro hanno compiuto un ulteriore passo verso:

«l’accettazione delle nuove camicie nere»

e ribadiscono:

«Noi non abbiamo intenzione di condividere alcuno spazio o cornice coi fascisti. Mai accanto ai fascisti. Per questo non andremo al Salone del Libro».

Anche Carlo Ginzburg, storico e saggista,figlio di Leone e Natalia Ginzburg ha detto:

«Annullo la mia partecipazione».

Si aggiunge al coro anche Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice, che ha deciso di annullare il proprio intervento al Salone e lo ha fatto sapere con un post sul suo profilo Facebook:

«Non sarò al Salone di Torino a parlare del mio libro e di migrazioni, dell’oblio dei morti nel Mediterraneo e delle politiche che l’hanno generata. Ho deciso di annullare la mia presenza. Sarebbe stato troppo il disagio, personale e politico».

La lista di chi non presenzierà all’evento si allunga sempre più con il comunicato dell’Anpi e anche la sua presidente, Carla Nespolo, ha annullato la partecipazione al Salone:

«Il motivo è legato all’intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascismo oltreché la rivista Primato nazionale, vicina a CasaPound e denigratrice della Resistenza e dell’Anpi stessa».

Altro assente sarà Michele Rech, ossia Zerocalcare, che in un post ha scritto:

«mi è davvero impossibile pensare di rimanere 3 giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli ogni volta che vado a pisciare facendo finta che sia tutto normale».

Concludendo:

«non è che io so diventato più cacacazzi negli ultimi tempi, anzi so pure molto più rammollito, è che oggettivamente sta roba prima non sarebbe mai successa. Qua ogni settimana spostiamo un po’ l’asticella del baratro».

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