Cena, disco e club privè di Milano nel mirino dell’inchiesta per corruzione di politici e imprenditori della Lombardia.
Cena, disco e club privé nel mirino delle indagini. Continua l’inchiesta per corruzione che ha creato scompiglio nei palazzi del potere della Lombardia e colpendo, a 20 giorni dalle elezioni europee, esponenti di Forza Italia, amministratori pubblici e imprenditori. Ben 43 arresti e 96 indagati totali, tra cui D. D., figura centrale dell’inchiesta che, tra le tante, ha affermato:
«Faccio una figura della Madonna, stasera c’ho mezza Forza Italia di Varese lì, figa».
Imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, D. D., in base a quanto affermano i magistrati, corromperebbe, finanzierebbe, distribuirebbe consulenze e regalerebbe vacanze e serate degne della “Milano da bere”, con in testa solo un obiettivo: garantirsi una corsia preferenziale per accaparrarsi appalti pubblici e lavori privati.
Sempre secondo gli inquirenti, dietro di lui ci sarebbe una cosca della ‘ndragheta e con le commesse vinte, li sosterebbe economicamente, assumendo gli uomini indicati dai boss. D. D. infatti, è uno dei 9 indagati a cui è stata contestata l’aggravante mafiosa.
Nell’ordinanza, il gip descrive questo giro di favori e denaro come un sistema pseudofeudale in cui c’è un dominus – N. C.– che distribuisce incarichi e consulenze ai suoi vassalli; questi ultimi, in segno di fedeltà, gli corrispondono una «decima», «premurandosi di consegnargliela direttamente nel luogo da cui esercita il suo potere direttivo», ossia un bar di Gallarate. A suggerire l’immagine del feudo al giudice è stata una scena catturata probabilmente dal sistema di videosorveglianza installato dagli inquirenti nel bar.
Il magistrato, ha scritto nell’ordinanza, che:
«N. C. è il grande burattinaio nell’attività di insediamento di uomini chiave in enti pubblici che gestiscono rilevantissimi flussi di denaro, che egli indirizza verso destinatari a lui prossimi ottenendone diretti benefici in termini economici, prelevando una quota percentuale e incrementando il proprio potere».
Secondo il giudice, la condanna definitiva per concussione subita da N. C. non ha sortito alcun effetto;in una conversazione captata dagli inquirenti, il manovratore di Forza Italia confessa di avere paura di essere arrestato e di volersi trasferire in Islanda:
«Se mi prendono devono buttare via le chiavi, capito?».