A due mesi dal grande successo del primo “Sciopero Mondiale per il Futuro”, il movimento Fridays For Future scende di nuovo in piazza venerdì il 24 maggio.
Il cambiamento climatico è un problema serio e di dimensioni globali, che richiede l’attenzione di tutti, a partire dalla nostra quotidianità. Passare dal ‘locale’ al ‘globale’ è, infatti, uno dei valori fondamentali del movimento studentesco Fridays For Future, nato in risposta al coraggioso attivismo di Greta Thunberg, adolescente svedese candidata al Nobel per la Pace. Con il suo carisma e la sua risolutezza, Greta ha ammonito i leader mondiali riuniti alla United Nations Climate Change Conference lo scorso dicembre, scatenando uno dei più grandi ed importanti movimenti globali degli ultimi anni, e scuotendo finalmente le coscienze dei più giovani, considerati irrimediabilmente pigri e passivi.
Il primo sciopero
La prima manifestazione internazionale di Fridays For Future è stata un successo. Come si legge nella nuova call to action, lo sciopero dello scorso 15 marzo ha coinvolto più di un milione e mezzo di giovani, in più di duemila città di 125 Paesi in tutto il mondo. In Italia si parla di quasi 400.000 partecipanti, che hanno sfilato al grido di “ci siamo rotti i polmoni” e “il clima sta cambiando, perché noi no?”. In questo scenario, Napoli non si è tirata indietro e migliaia tra giovani, adulti, ma anche rappresentanti dei movimenti ambientalisti, si sono uniti alla manifestazione partita da piazza Garibaldi (ve ne abbiamo parlato qui).
L’obiettivo della manifestazione
Non si può parlare di futuro senza pensare al presente. Come ha dichiarato la stessa Thunberg, non bisogna essere né ottimisti né pessimisti nei confronti del cambiamento climatico; piuttosto, è necessario essere realisti, ovvero “bisogna dire la verità, qual è la situazione e cosa dobbiamo fare per prevenire una catastrofe, dire le cose come stanno.” E, da questo punto di vista, la situazione è davvero critica.
Per questo motivo, il 24 maggio si scenderà nuovamente in piazza per sollevare le coscienze, sensibilizzare i cittadini, richiedere azioni puntuali e politiche più risolute da parte dei governi.
Il secondo “sciopero mondiale per il futuro” ha, infatti, un obiettivo ambizioso, questa volta: mobilitare non soltanto le scuole, ma fare appello anche a tutti i settori dell’economia. Si marcerà per chiedere alle classi dirigenti dei diversi paesi una riflessione concreta sull’emergenza climatica, e l’immediata applicazione di politiche ambientali che ne disinneschino i meccanismi, agendo sulle cause e arginando il drammatico problema del surriscaldamento. In altre parole, si manifesterà per chiedere all’Italia, all’Europa, al mondo intero e ai rispettivi leader una vera giustizia climatica, che possa garantire un futuro senza rischi ai 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta Terra.
Lo sciopero a Napoli
All’interno del più vasto programma nazionale ( Fridays For Future Italia), anche Napoli si unirà alla protesta globale, grazie all’azione della sottosezione napoletana del movimento. Come riportato da Fridays For Future Napoli, sabato 11 maggio l’assemblea regionale si è riunita a Piazza San Domenico alle ore 15 per l’organizzazione dei dettagli del prossimo sciopero. L’appuntamento è alle ore 9 del 24 maggio a piazza Garibaldi, da dove partirà la marcia per il secondo sciopero globale.
L’evento è ancora in fase organizzativa, tuttavia è già pronto l’inno ambientalista per la marcia. Infatti, per l’incontro con il Ministro Costa ad Afragola, sabato 11 maggio, gli studenti dei licei Giordano Bruno di Arzano e Pertini di Afragola hanno composto un creativo arrangiamento in napoletano sulle note della famosa melodia di “Bella Ciao”, dal titolo MO MO MO.
“’ngopp’ a ‘sta terra sule problem’, c’amma applicà, l’ama salvà, ‘e l’amma fa MO MO MO!
Si amma campà pure dimane, accumminciamme stesso MO!”.
L’inno sprona a risvegliarsi dal torpore, poiché per contrastare le conseguenze dell’inquinamento e per riappropriarci del nostro futuro è essenziale prendere in mano la situazione e cominciare a fare la differenza sin da ora (“c’amma scetà, c’ammà penzà”). Lo stesso video della canzone include immagini terrificanti, che fotografano un presente straziato dagli effetti dell’inquinamento da plastica, e non lasciano spazio a tentennamenti.
L’importanza del 24 maggio
Secondo le ultime ricerche scientifiche, il cambiamento climatico è un problema reale e le sue conseguenze sono estremamente allarmanti. Il rapporto di ottobre 2018 rilasciato dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), team di scienziati nominati dall’ONU, non lascia scampo: alla Terra restano solo 11 anni prima che il fenomeno del cambiamento climatico diventi irreversibile. È necessario mantenere l’aumento della temperatura media globale entro il limite massimo di 1.5°C, al fine di non superare il punto di non ritorno e di evitare il disastro. Una possibile soluzione sarebbe quella di dimezzare le emissioni di Co2 entro il 2030 e di azzerarle entro il 2050. Il tempo stringe ma, guardando all’Italia, il nostro Paese non ha firmato l’appello per azzerare le emissioni di gas serra entro il termine del 2050.
Per quest’anno abbiamo già esaurito le nostre scorte per l’intero 2019, il che significa che per i prossimi mesi produrremo sostanze inquinanti senza che gli ecosistemi siano in grado di assorbire le emissioni, ad esempio, di anidride carbonica. Insomma, sono anni che andiamo in riserva ben prima del previsto.
Nonostante le belle premesse e promesse dell’Accordo di Parigi, dopo quasi quattro anni la situazione globale non migliora, con alcune importanti figure che addirittura sembra che non accettino completamente le verità scientificamente dimostrate, rischiando di confondere, forse, gli effetti del cambiamento climatico con le condizioni del tempo atmosferico.
L’insieme di questi elementi rappresenta una pericolosissima minaccia per la biodiversità del nostro pianeta. Non c’è tempo da perdere, bisogna agire in fretta, prima che sia troppo tardi. Tuttavia, è inutile muoversi verso il futuro con le stesse politiche disastrose che ci hanno condotto in questo caos – denunciava Greta Thunberg al COP24 Katowice.
“ViviAmo la città”
In linea con i principi del movimento Fridays For Future, il tema dell’ambiente è stato già al centro dell’attenzione sabato scorso ad Afragola.
Davvero lodevole l’iniziativa degli studenti di otto istituti superiori del napoletano, che hanno preso parte ad un progetto di profonda riflessione in materia di salvaguardia dell’ambiente.
Sabato 11 maggio il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha partecipato al convegno «Plastic Free ed economia circolare: concretizzare nel quotidiano scelte capaci di futuro», tenutosi presso l’istituto Pertini di Afragola. Ad accompagnarlo, rappresentanti delle istituzioni locali, dirigenti scolastici e centinaia di studenti di otto istituti superiori di Frattamaggiore, Afragola, Arzano, Cardito e Grumo Nevano. I giovani studenti coinvolti nel progetto hanno proposto e siglato, insieme al Ministro Costa e ad una rappresentanza dei sindaci e delle amministrazioni comunali, il loro “Manifesto di Impegni”.
Il Manifesto di Impegni
Firmando il manifesto, i ragazzi si impegnano a favore della salvaguardia dell’ambiente nella vita quotidiana (e.g. contribuendo alla raccolta differenziata, non lasciando aperti i rubinetti dei bagni, evitando l’uso della plastica monouso, prediligendo materiali eco-friendly e biodegradabili, per citare alcuni esempi). Inoltre, chiedono alle autorità competenti una maggiore sensibilità al tema della sostenibilità ambientale, suggerendo loro, ad esempio, di favorire le energie rinnovabili, di ridurre drasticamente lo spreco nei sistemi di riscaldamento e di illuminazione, di promuovere la raccolta differenziata.
Si tratta di un’illuminata manifestazione di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità. Il Manifesto degli Impegni è la chiara dimostrazione che è dalle nuove generazioni che bisogna ripartire per poter salvare il futuro del nostro pianeta, l’ “l’unico pianeta che conosciamo adatto alla vita”, come riconoscono i ragazzi nel Manifesto, affermando la loro “volontà di adottare comportamenti ecocompatibili per tutelare l’ambiente e per ridurre la nostra impronta ecologica”.
Anche il Ministro Costa, intervenuto ai nostri microfoni dopo il convegno di sabato mattina, pone l’accento sull’importanza di ricominciare dai giovani, affermando che l’educazione, come l’informazione, ambientale “significa costruire un mondo diverso, un mondo nuovo. Un mondo che abbandoni il vecchio sistema, e che finalmente guardi ad un sistema innovativo e solo loro, solo i ragazzi lo possono fare.” A questo proposito, sarà necessario istituire la Giornata dell’Educazione Ambientale, individuata nel 10 maggio, “perché si cominci – continua il Ministro – a fare un percorso serio nelle scuole così come serio è introdurre la formazione ambientale nel processo di formazione”.
Il futuro comincia ora. Da quella generazione che è pronta a scendere in piazza e per le strade per riprenderselo e per far sì che anche i governi capiscano che non è più tempo di procrastinare, ma di prendere consapevolezza e rispondere concretamente alle esigenze del pianeta contro la minaccia del cambiamento climatico.