Ancora non si sono chiuse le urne e già sembra che a vincerla sarà, anche alle elezioni europee e amministrative 2019, il partito dell’astensionismo. Non tutti ricordano, però, che ci sono anche elettori che, all’astensionismo, sono obbligati dallo stesso Stato.
Come ad ogni tornata elettorale per quasi circa 400.000 studenti fuori regione è, infatti, negato (o quasi) il voto. Agli studenti fuorisede, poi, si aggiungono i «pendolari di lungo raggio», persone, cioè, che per motivi di lavoro, studio e salute vivono lontani dalla regione di residenza (1,5 milioni secondo un report di Bankitalia).
Le agevolazioni non bastano ai fuorisede
Esistono sì, delle agevolazioni di viaggio (con riduzioni sui biglietti di treni, aerei e traghetti), ma i prezzi per tornare a casa restano spesso proibitivi. Inoltre, a tale difficoltà, si aggiunge la durata dei viaggi spesso incompatibile con gli impegni (didattici o di lavoro) degli aspiranti elettori.
Se, in occasione dei referendum, era stato trovato l’”escamotage” votando in un seggio diverso da quello indicato dalla tessera elettorale facendosi delegare come rappresentanti di lista, il paradosso è che per questi quasi 2 milioni di italiani votare alle elezioni è anche più difficile che per gli elettori temporaneamente all’estero.
Quest’ultimi infatti hanno potuto votare per corrispondenza una volta presentato la domanda entro i termini previsti.
La fotopetizione degli universitari
L’associazione UDU (Unione degli Universitari) ha denunciato il problema lanciando una fotopetizione. Gli studenti stanno condividendo sui social network foto in cui sotto l’hahstag #vogliamovotarefuorisede sono chiaramente espresse le spese (insostenibili) di viaggio.
“Si parla spesso della distanza dei giovani dalla politica, eppure non si garantisce loro neanche la reale garanzia di poter esercitare il diritto di voto. Questo governo deve assumersi le proprie responsabilità dell’ennesima promessa non mantenuta, e procedere immediatamente con una modifica della legge elettorale per risolvere questo annoso problema. Siamo stanchi di questa situazione, vogliamo votare fuorisede!” si legge nel comunicato.
La legge “Elezioni pulite”
Secondo la grillina Danila Nesci, prima firmataria della legge «Elezioni pulite», la soluzione sarebbe garantire ai fuori sede la possibilità di votare alle Europee in un comune diverso da quello di residenza, purché sia nella stessa circoscrizione elettorale. Il provvedimento, però, pur essendo stato approvato molto velocemente dalla Camera, ora giace fermo al Senato.