Leggende della Campania: da dove nascono le Janare?

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V0025851 A witch at her cauldron surrounded by beasts. Etching by J. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org A witch at her cauldron surrounded by beasts. Etching by J. van de Velde II, 1626. 1626 By: Jan van de VeldePublished: 1626 Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

La nostra regione è una terra con una lunga e ricca tradizione esoterica ed occulta, abitata da creature più o meno spaventose: nasce oggi la nuova rubrica #BussoLaLeggenda che si occuperà di raccontarvi le leggende della Campania.

La prima leggenda di cui abbiamo deciso di occuparci è quella legata alle Janare.

Una strega notturna

La Janara era una sorta di strega, in origine beneventana, che poteva essere tanto benevola quanto crudele. Le Janare non erano immediatamente riconoscibili: pur tendendo ad essere tutte un po’ acide e solitarie, durante il giorno si comportavano come tutte le altre donne, andando persino in chiesa e mostrandosi devote. Era solo durante la notte che manifestavano la loro vera essenza, ed era davvero difficile riconoscerle. Per farlo, era possibile lanciare del sale e recitare la formula magica: vieni pe’ sale, vieni per il sale – la Janara sarebbe venuta il giorno dopo per chiedere del sale e sarebbe stata svelata la sua vera identità. Le Janare non erano soltanto donne: tutti gli uomini nati nel giorno di Natale la notte si sarebbero trasformati in Janari, agendo esattamente come la loro controparte femminile.

BussoLaLeggenda: le janare
BussoLaLeggenda: le Janare

Le notti delle Janare

Le Janare conoscevano bene le erbe, e per questo potevano preparare pozioni magiche di vario tipo e genere, i cui effetti potevano essere nefasti ma anche medicamentosi: la leggenda più curiosa riguardo le pozioni delle Janare racconta che ne esista una in grado di renderle incorporee e rapide come il vento. Si narra che entrassero nelle stalle per rapire le giumente e portarle a correre per tutta la notte, fino a far stramazzare al suolo l’animale per la fatica – si sarebbe potuto riconoscere il segno della Janara per la criniera intrecciata dell’animale, dato che le streghe amavano fare le trecce.

Le Janare entravano nelle camere delle case dei loro concittadini e saltavano sul loro petto, mozzando loro il respiro – entravano nei loro sogni e li percuotevano con fasci di rami e pietre, e, al risveglio, il malcapitato poteva scoprire di essere stato colpito da una Janara per via dei lividi presenti negli stessi punti dove nel sogno era stato colpito. Le interazioni con le Janare non erano tutte negative: chiunque avesse fatto un piacere ad una Janara sarebbe stato lasciato in pace ed in alcuni casi anche aiutato dalle streghe, che avrebbero rispettato, lasciato in pace e aiutato anche i suoi discendenti fino alla settima generazione.

Come difendersi dalle Janare secondo la leggenda

Secondo le leggende era possibile evitare che la Janara entrasse nelle camere da letto o nelle stalle: queste streghe, come molte delle creature che hanno a che fare con l’occulto, sono costrette a contare gli oggetti di piccole dimensioni. Così, mettendo fuori dalle porte una scopa di miglio capovolta o un sacchetto di sale, la strega sarebbe stata costretta a contarne i rametti o i grani, attività che l’avrebbe costretta fuori dalla porta fino al sorgere del sole, impedendole di disturbare il sonno di uomini o animali.
Si narra inoltre che il punto debole delle Janare siano i capelli: prendendole per i capelli è possibile fermarle. Bloccata, la strega avrebbe potuto domandare: cje tie’ ‘n mano?, ovvero: cosa tieni in mano? Chinque avesse risposto semplicemente: capiglie, capelli, avrebbe sbagliato, poiché la Janara avrebbe replicato: e ieo me ne sciuoglie comme a n’anguilla, io me ne scivolo via come un’anguilla, liberandosi. La risposta corretta alla domanda per non far liberare la strega era: fierro e acciaio, ferro e acciaio. La leggenda racconta inoltre che chiunque riesca a prendere una strega per i capelli quando questa è nella sua forma incorporea e ventosa sarà benedetto e lasciato in pace da questa fino alla settima generazione.

Il significato storico delle Janare

Ci sono due ipotesi sull’origine etimologica della parola Janara: potrebbe derivare da “Daianara”, sacerdotessa di Diana, oppure da “Ianua”, porta – alla quale appunto bisognava cercare di fermare la strega.
Durante l’epoca di transizione religiosa, di conversione dal paganesimo al cristianesimo, a Benevento, come testimoniato dai vari reperti storici trovati nelle città, c’erano persone ancora devoti alle dee Diana, Iside ed Ecate. Le Janare sarebbero state dunque le ultime sacerdotesse dedite al culto di queste dee, indicate dal cristianesimo come delle streghe e come tali ricordate.

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