Parte questa settimana la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la terza diretta da Ruggero Cappuccio e – come d’abitudine – la rassegna non si limiterà ai teatri ma offrirà alla città diverse mostre d’arte. Sono in totale otto le esposizioni che saranno presentate al pubblico in occasione della NTFI, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival.
Mario Francese, 40 anni dopo: una vita in cronaca
Si comincia l’8 giugno, a Palazzo Fondi, con la mostra “Mario Francese, 40 anni dopo: una vita in cronaca”.
In un’epoca in cui la professione è seriamente messa in crisi, la mostra ricorda il giornalista Mario Francese, assassinato il 26 gennaio 1979 sotto la sua abitazione, al rientro da una giornata passata al “Giornale di Sicilia”. Francese fu il primo a scrivere di una commissione di Cosa Nostra e di una frattura tra i viddani di Corleone e la mafia tradizionale. Fu l’unico a intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina e sorella del killer che lo ucciderà. Fu il primo a parlare del caso di Peppino Impastato come di un omicidio e a scrivere degli appalti e subappalti in mano a Cosa Nostra. In esposizione saranno gli scatti lo ritraggono mentre intervista, raccoglie indizi e testimonianze, tra le strade, i vicoli e le botteghe del centro storico di Palermo, i corridoi del Palazzo di Giustizia, le campagne della provincia del capoluogo siciliano, oltre che stralci dei suoi articoli sulle pagine del “Giornale di Sicilia” accompagnate da didascalie esplicative.
Il Meno fortas” di Eimuntas Nekrosius
Sempre sabato 8 giugno e sempre nelle sale di Palazzo Fondi, ci sarà inoltre l’Opening della mostra dedicata a Eimuntas Nekrosiusal, grande regista lituano recentemente scomparso.
Il Meno fortas, situato nei locali di un’ex stamperia nel centro storico di Vilnius, è il luogo in cui il grande regista lituano ha creato la maggior parte dei suoi spettacoli negli ultimi due decenni. «Per Nekrosius, il Meno fortas non era solo un luogo in cui tornare costantemente – spiegano i curatori dell’esposizione Marius Nekrosius e Nadežda Gultiajeva –, ma costituiva anche il suo manifesto creativo.
La mostra sarà preceduta, il 7 giugno ore 20.30, dalla proiezione del documentario EIMUNTAS NEKROSIUS: PUSHING THE HORIZON FURTHER, presso il Teatro Politeama. Il lungometraggio è il ritratto della personalità umana del leggendario regista lituano ed è basato sulle prove dello spettacolo “Boris Godunov” da Alexander Pushkin, performance diretta da Nekrosius nel 2015 al Lithuanian National Drama Theatre, presentata come se si trattasse di un’intervista con l’artista nel suo ruolo di direttore artistico del Teatro Olimpico di Vicenza (Italia, 2013). L’evento è gratuito fino a esaurimento posti.
D’ans un jardin je suis rentréè
Sempre a Palazzo Fondi, ci sarà poi l’installazione interattiva “D’ans un jardin je suis rentréè”, della scenografa Bissane Al Charif (Palestina-Siria) insieme all’attrice e regista libanese Chrystèle Khodr (fino al 22 giugno – evento programmato in collaborazione con La Francia in Scena).
“Lacci gassosi, ordito del cielo”
“Lacci gassosi, ordito del cielo”, la cui inaugurazione sarà sempre l’8 giugno alle ore 17.00, è il titolo della mostra a cura di Giuseppe Cerrone (fino al 14 luglio).
L’antologia poetica muove da alcuni momenti-chiave del teatro e del cinema del Novecento per stimolare una profonda riflessione sul simbolo, l’allegoria, la memoria, la percezione, l’utopia, l’invisibile. Sulla base dei suoi versi, Giuseppe Cerrone – curatore dell’esposizione – immagina una camera sonoro-visuale che funga da mappa-orientamento per gli spettatori, coinvolti in un’autentica immersione nel Secolo Breve.
Numi tutelari di questo museo vivente saranno Robert Bresson, Jean Genèt, Carmelo Bene, Leo De Berardinis, Heiner Müller, Walter Benjamin, John Osborne, Werner Herzog. Spiega Cerrone: «Un attore-performer con licenza di smarrire e di smarrirsi, traghetterà il pubblico in uno scenario a spirale che ricorda un dedalo senza tempo. Insomma, si va per paesaggi, quelli del cuore»..
Dietro le quinte – Federico Fellini
Inaugurata il 5 aprile e in esposizione fino al 12 luglio al Blu di Prussia è invece la mostra “Dietro le quinte – Federico Fellini”.
La mostra curata da Valentina Rippa rende omaggio al grande regista riminese in occasione dei 25 anni dalla scomparsa. In esposizione, una selezione di circa 50 scatti inediti di Patrizia Mannajuolo, che ampliano il corpus di immagini proposto in anteprima a Matera nel settembre 2018.
La fotografa napoletana, formatasi tra Roma e Parigi, attraverso le sue istantanee — lontane dall’ufficialità delle foto di scena — mette in luce un Fellini autentico, capace di grande empatia, intransigente e tenero, visionario e geniale come i suoi film.
In mostra foto, prevalentemente in bianco e nero, provenienti dall’archivio personale della Mannajuolo: sono ricordi di una vita, personaggi, attori e amici che restituiscono un periodo ricco di passioni e sogni come in un nostalgico amarcord. Immagini giocose e rilassate ritraggono il regista nelle sue pose più caratteristiche, avvolto nel lungo cappotto di cammello e nel suo sciarpone, indispensabili per proteggerlo dall’umido di Cinecittà: dietro la cinepresa con in mano il grande megafono per far sentire più forte la sua voce e urlare al mondo: «E voilà, il cinema è come un circo, voglio il rullo di tamburi!».
Art Kane.Visionary
Il 12 giugno presso Made in Cloister sarà inaugurata (ore 18,00) “Art Kane.Visionary” a cura di Jonathan Kane e Guido Harari. La mostra è una retrospettiva completa dedicata al maestro della fotografia Art Kane, a 20 anni dalla sua morte. 100 fotografie, alcune molto famose e altre inedite, che raccontano l’immaginario visivo della seconda metà del XX secolo. L’esposizione si compone di diverse sezioni: una principale che raccoglie le foto di Kane delle principali icone della musica degli anni ’60; un’altra che racconta l’impegno sociale del fotografo (la lotta per i diritti civili degli Afro-Americani e degli Indiani d’America, il fondamentalismo religioso, il Vietnam, l’incubo nucleare di Hiroshima, il manifestarsi dei primi problemi ambientali); e ancora, quella che coglie i cambiamenti della società americana e la moda.
Adda passà a nuttata – Negli Incurabili la vera storia degli antibiotici
Al Museo delle Arti Sanitarie, il 15 giugno aprirà la mostra “Adda passà a nuttata – Negli Incurabili la vera storia degli antibiotici” (ore 17), un percorso espositivo curato da Carmen Caccioppoli e dedicato alle ricerche sperimentali sugli antibiotici compiute da Vincenzo Tiberio, e il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza per il restauro del Complesso degli Incurabili (fino al 14 luglio). Il titolo rimanda a Napoli Milionaria di De Filippo e alla difficoltà del protagonista di reperire al mercato nero l’unico farmaco in grado di salvare la vita della figlia, introducendo così una storia della cultura medica napoletana sconosciuta ai più.
Raffaello Eroico Quel che è stato, è, sarà
Dal 25 giugno al 14 luglio a Palazzo Fondi, visitabile la mostra “Raffaello Eroico Quel che è stato, è, sarà”, a cura di Maria Savarese, una selezione di opere create fra il 2011 ed il 2019 dall’artista napoletano (inaugurazione ore 17.30). «Il contemporaneo è l’intempestivo», sosteneva Roland Barthes in uno dei suoi corsi al College de France, mentre per il filosofo Giorgio Agamben il contemporaneo è «una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze», è un’abilità particolare, che equivale a neutralizzare le luci che provengono dall’epoca per scoprire la sua tenebra, il suo buio speciale». Su queste tracce filosofiche si muove la mostra: una selezione di opere pittoriche di Raffaello Eroico create fra il 2011 e il 2019. Un allestimento che ben rappresenta la tensione esplorativa ed intellettuale nel suo lavoro.