Sono ormai lontani i tempi in cui, tra i mesi di maggio e giugno, le lucciole illuminavano le nostre campagne, conferendo al paesaggio un’atmosfera fiabesca spettacolare. Questo fenomeno è diminuito dai primi anni ‘70, a causa di scelte ambientali non solo in Italia ma anche nel resto mondo.
La scomparsa delle lucciole
Sebbene sia un peccato perdere l’occasione di assistere a una vista suggestiva come quella offerta dall’accoppiamento di queste magiche creature, la maggiore preoccupazione è data dalle cause della loro estinzione. La loro mancanza rappresenta un preoccupante feedback sulle condizioni del loro habitat naturale, minacciato da inquinamento luminoso, uso di pesticidi e contaminazione delle acque.
Come nasce la “magia”?
La bioluminescenza delle lucciole fa parte del loro rituale di accoppiamento: maschi e femmine emettono luce grazie all’ azione di due composti chimici, chiamati luciferina e luciferasi. La reazione innescata all’interno del loro addome provoca il rilascio di elettroni ed energia, che si manifesta con la luce affascinante che conosciamo.
I maschi emanano luce per brevi istanti, mentre le femmine riescono a illuminarsi per periodi più lunghi. La loro danza è una complessa sintonia a cui si dedicano interamente: tutte le loro energie vengono investite nel rituale di accoppiamento che si conclude con la fine di entrambi i partecipanti, con l’unico scopo di deporre un’adeguata quantità di uova altrettanto luminescenti.
L’impatto dell’uomo sulla natura
L’inquinamento luminoso ostacola la magia dell’accoppiamento, rendendo vani i segnali luminosi e diminuendo le possibilità di ripopolare la specie in modo continuo. Nel caso in cui riescano a deporre le uova, le larve che nascono in autunno sono costrette ad affrontare innumerevoli difficoltà. Devono cibarsi di lumache e chiocciole, che vengono allontanate o avvelenate dai pesticidi, compromettendo la loro crescita.
Un fenomeno reversibile
Nel momento in cui variano le condizioni ambientali, le popolazioni di lucciole possono ritornare, così come è avvenuto di recente in alcune aree naturali urbane protette e nelle riserve statali. Il Corpo forestale dello Stato ne gestisce 130, riserve ricche di biodiversità. La tutela dell’ambiente si traduce in protezione della flora e della fauna, con conseguente miglioramento della salubrità.
Per favorire il ritorno degli insetti luminosi e contribuire a migliorare anche il nostro habitat basterebbero alcune buone pratiche:
- diminuire le fonti esterne di luce artificiale e di conseguenza l’inquinamento luminoso;
- non utilizzare pesticidi, fitofarmaci e altri veleni;
- ampliare le aree verdi e creare i prati delle lucciole;
Con un ambiente più salubre e adatto a questi speciali coleotteri, sarà possibile meravigliarci ancora con la loro danza.
Fonte: https://www.researchgate.net/publication/280839392_Impatto_dell’illuminazione_artificiale_sugli_organismi_viventi