Ieri pomeriggio, c’è aria di tensione nel carcere di Poggioreale: un detenuto, Luciano De Luca, affaticato da una febbre alta non ha ottenuto il trasferimento in ospedale. I compagni di cella giudicavano i soccorsi come lenti, perciò hanno fatto scattare la rivolta coinvolgendo altri detenuti. 220 facinorosi hanno preso il controllo del padiglione Salerno dell’istituto, sfogandosi sulle strutture del reparto e sulle varie suppellettili. In sostegno degli agenti in servizio a Poggioreale sono arrivate diverse squadre di agenti di polizia Penitenziaria, che hanno riportato la calma dopo oltre un’ora. L’atto di violenza si è, infatti, concluso in seguito a una trattativa condotta dal comandante del reparto di polizia penitenziaria dell’Istituto e dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria. Era presente anche il magistrato della procura di Napoli Nunzio Fragliasso. Sono ingenti i danni arrecati al padiglione, ma nessun ferito fra detenuti e personali. I detenuti violenti dietro alla protesta saranno presto trasferiti altrove. Riguardo alle aggressioni da parte dei detenuti, afferma il Ministero di via Arenula, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria lavora già da molto, e il gruppo di lavoro istituito produrrà a breve un progetto condiviso dai sindacati. I sindacati degli agenti della polizia penitenziaria hanno reagito duramente all’ennesima rivolta carceraria. Proprio il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziatia) ha denunciato per primo la rivolta, attraverso il Segretario Nazionale per la Campania, Emilio Fattorello:
“La situazione è molto grave. Ci arrivano da Poggioreale segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente parte del padiglione Salerno hanno continuato per ore a minacciare gli agenti di polizia Penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive con i piedi in legno dei tavoli e manici di scope.“
Secondo il segretario generale del Sappe, Donato Capece, in Campania la situazione per gli agenti di polizia Penitenziaria è divenuta insostenibile, poiché sono sempre più spesso al centro di aggressioni. Si unisce al coro anche Gennarino De Fazio della Uilm, che ritiene indispensabile introdurre misure che elevino gli standard di sicurezza e risolvano le falle nei sistemi custodiali. Ciro Auricchio dell’Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) invita il governo a non aspettare che “scappino morti” prima di prendere provvedimenti. Roberto Santini, segretario del Si.N.A.P.P.E. (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria), si trova sulla stessa linea d’onda:
“Non è tempo di allentare i livelli di sicurezza in alcun istituto, né di distrarre attenzione e risorse verso attività ricreative. Siamo stanchi. Le carceri italiane stanno vivendo una recrudescenza di rivolta contro lo Stato pericolosissima.“
Insomma, un episodio molto grave che sedimenta la necessità di risolvere il problema di sovraffollamento di Poggioreale.