venerdì, Novembre 22, 2024
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Sarri come Giuda: l’ironia amara a San Gregorio Armeno

L’arrivo di Sarri alla Juventus è solo una delle delusioni che il pubblico calcistico partenopeo ha dovuto sopportare negli ultimi anni. Dalll’addio del “matador” Edinson Cavani, passato al PSG, per poi arrivare all’amara realtà del trasferimento di Gonzalo Higuain alla Juventus, nemesi della squadra SSC Napoli.

Un dolore senza fine

Per la tifoseria napoletana Maurizio Sarri allenatore della Juventus sarà un colpo al cuore che difficilmente verrà dimenticato. Per coloro che hanno poco interesse nel seguire il mondo calcistico, Maurizio Sarri è stato l’allenatore del Napoli per circa due stagioni e mezzo, attraverso le quali si è creato un rapporto indissolubile tra allenatore e tifoseria

Non tanto per premi ricevuti o per coppe vinte, bensì per l’apporto che Sarri ha saputo donare alla squadra sotto il punto di vista mentale, tecnico e, perché no, anche passionale.

Maurizio Sarri

Reazioni contrastanti

Tra persone deluse, affrante, incupite, spuntano però anche elementi che ridono di un’amara ironia rispetto ai fatti accaduti e riportati. Esempio delle diverse reazioni sono state le opere di tipo artigianale, la cui dimora non può essere altra che il quartiere storico napoletano di San Gregorio Armeno.

Qui, come ogni anno, spuntano fuori statuette a sfondo ironico e satirico che includono non solo il mondo del calcio, ma anche quello politico e sociale in generale.

Un amara ironia per l’addio a Sarri

Genny de Virgilio e Marco Ferrigno sono due artigiani presepiali che trovano facilmente ispirazione dai fatti di cronaca a sfondo prettamente calcistico. Essendo napoletani sia di tifo che di appartenenza territoriale, i due hanno riprodotto negli ultimi giorni numerose statuette che ritraggono Sarri con la divisa della Juventus.

Le riproduzioni artistiche

La prima riproduzione, che sia blasfema o meno, raffigura Sarri come Giuda con un sacchetto pieno di monete d’oro per indicare la volontà dell’allenatore mossa principalmente da motivi di tipo economico. La seconda statuetta, a grandezza naturale, rappresenta invece l’appartenenza dell’allenatore di origini toscane alla Juventus con una tuta, su cui è scritto: “La voce del padrone”.

Seppur con un tono di ironia e pacata amarezza, le statuette raffigurano l’ipocrisia del mondo del calcio e l’onnipotenza del Dio denaro, che vince in qualsiasi occasione sulle passioni e sui sentimenti di tifosi speranzosi di ritrovare giusti ideali in un microcosmo calcistico corrotto e avido.

Le parole del sindaco

Negli ultimi giorni, anche il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, ha detto la sua opinione riguardante l’evento, affermando:“Ancelotti ci faccia sognare, perché battere la Juve di Sarri sarebbe un orgasmo calcistico”.

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