Premio Tenco 2019, svelati i finalisti del maggior riconoscimento del cantautorato italiano: il dominio del dialetto napoletano e degli artisti partenopei appare indiscusso.
Premio Tenco 2019: il maggior riconoscimento nel campo della canzone d’autore, istituito nel 1984, si terrà dal 17 al 19 ottobre e condivide il palco Ariston di Sanremo con un altro evento dello scenario musicale a cui pare faccia da contraccolpo, il Festival. Sei sono le categorie e i voti dei maggiori critici specializzati hanno determinato le nomination annunciate ieri; ora dovranno scegliere i vincitori.
A contendersi la targa del premio Tenco nella sezione principale, album dell’anno, ci sono: Vinicio Capossela con il suo “Ballata di uomini e bestie”, Francesco Di Giacomo con “La parte mancante”, Patrizia Laquidara con “C’è qui qualcosa che ti riguarda”, Nada con “È un momento difficile, tesoro” e infine Pacifico con “Bastasse il cielo”.
E poi c’è la categoria per gli album in dialetto, in cui dominano senza dubbio i cantautori napoletani. La produzione partenopea vanta in gara Francesco Di Bella con ” ‘O Diavolo”, Enzo Gragnaniello, plurivincitore nelle scorse edizioni, con “Lo chiamavano Vient’ ‘e Terra” e poi c’è il duo, di ottima riuscita, Sollo&Gnut con “L’orso ‘nnamurato”. Tutti grandi artisti che dovranno contendersi la targa con Elsa Martin e Stefano Battaglia, Setak e Raffaello Simeoni. Napoli non manca all’appello anche tra le nomination per i dischi da interpreti con i classici partenopei in chiave minimalista di Roberto Michelangelo Giordi, in lizza con “Il sogno di Partenope”.
Le Targhe Tenco 2019 escludono indie e rap e ci invitano, indubbiamente, a riflettere su cosa sia la canzone d’autore ai tempi del genere trap opponendosi anche alla canzonetta tipica di altri eventi dello scenario musicale. I dickensiani “hard times” della musica hanno bisogno delle targhe Tenco e molto di più per evitare di giungere a un punto di non ritorno.