Si è conclusa stamattina con un maxiblitz dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli una vasta operazione anticamorra che ha interessato tutto il territorio nazionale e che ha portato a oltre 100 provvedimenti cautelari a carico di appartenenti alla cosiddetta “alleanza di Secondigliano”.
L’alleanza di Secondigliano è un’organizzazione criminale nata a Napoli verso la fine degli anni ottanta che domina nei quartieri a nord della città (Secondigliano, Scampia, Piscinola, Miano, Chiaiano) e ruota intorno ai clan Contini, Mallardo e Licciardi.
Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia ed hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione, all’usura, al riciclaggio ed altri gravi reati.
Il gip di Napoli Federica D’Auria ha firmato oltre 1.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare per un totale di 126 indagati arrestati.
Tra questi, ci sono tutti i personaggi di spicco del clan Rullo: Nicola detto “l’infamone”, Domenico Esposito, nipote di Rullo, Roberto Murano, figlio del boss Patrizio Bosti. Poi gli esponenti di punta dei Licciardi, che negli anni hanno sostituto nella reggenza Vincenzo “‘o chiattone”. Ma ci sono anche le mogli dei boss, i loro luogotenenti, i figli, i nipoti e gli imprenditori che per anni sono riusciti a riciclare un tesoro accumulato con i traffici illeciti.
È stato dunque possibile ricostruire gli assetti gerarchici interni e documentare i numerosi reati commessi dagli affiliati “indicatori – si legge in una nota – anche di ingerenza all’interno di strutture pubbliche”.
Contestualmente la Guardia di finanza ha sequestrato l’ingente patrimonio accumulato dai clan: beni di un valore di oltre 130 milioni di euro.