Mancanza di democrazia interna, direttive categoriche imposte dall’alto e intrusione nella vita privata dei rappresentanti. Sono solo alcune delle accuse che provengono dalla stessa classe dirigente del movimento 5 stelle e che stanno mettendo in ginocchio quello che solo un anno fa era il primo partito d’italia.
C’è inoltre da considerare una chiara crisi identitaria portata dall’onda travolgente di Salvini, il quale ha portato l’asse del governo a spostarsi nettamente a destra e mettendo il movimento 5 stelle nella condizione di cadere su alcune posizioni storiche che hanno permesso il suo successo elettorale.
Stiamo parlando dell’acqua pubblica. Si, perchè nel Dl Crescita appena approvato, è prevista la possibilità di privatizzare le fonti idriche pubbliche, in barba al risultato referendario del 2011.
E come la storia dei partiti politici ben ci insegna, è nelle situazioni di caos calmo che l’integrità dei partiti è messa a dura prova. I Riflettori sono infatti puntanti su Roberto Fico, uomo di prima linea proprio sui temi dell’acqua pubblica e anello di congiunzione tra i vertiti e i comitati cittadini che da sempre hanno sostenuto il movimento.
Nelle ultime ore si fa sempre più concreta infatti la possibilità che uno scatto d’orgoglio dell’ala fichiana possa staccarsi dal governo e ricominciare a pretendere il rigore morale che tanto aveva contraddistinto il movimento nella sua prima fase di vita.