Sono passati pochi giorni dall’uscita di “Ma ci sei tu” il primo brano di Sesto, cantautore napoletano. Questo pezzo farà parte del mini-ep di quattro tracce che presto sarà presentato al grande pubblico. Vincenzo Sesto, da sempre combatte la precarietà attraverso la musica, influenzata dalla sua passione per i grandi cantautori degli anni 70′ e 80′ e, in occasione dell’uscita del suo primo singolo, l’abbiamo intervistato.
Partiamo da “Ma ci sei tu”, il tuo primo singolo. Ci racconti com’è nato?
“ ‘Ma ci sei tu’ ” è una canzone d’amore. Ero molto innamorato. Tutto andava storto, niente lavoro, niente indipendenza, nessuna realizzazione, ma il mio cuore batteva fortissimo. In meno di un’ora, in camera mia, ho scritto, musicando allegramente questo brano”.
L’EP che contiene il tuo primo singolo contiene anche diversi brani rivisitati da te in chiave acustica. Quale genere musicale prediligi per le cover?
“Mi piace trasformare tutto in pop, I “cantabile”. Modifico spesso la velocità delle cover che faccio, a seconda del mio stato d’animo e di chi mi sta di fronte“.
Torniamo indietro di qualche anno: ci racconti il primo incontro tra Sesto e la musica?
“Il ricordo più limpido dell’incontro tra me e la musica è la Salerno-ReggioCalabria. Quei viaggi allora infiniti. Tutta la famiglia in auto. Stretti e pieni di valige, a cantare le cassette che inserivano mio padre e altre volte i miei fratelli più grandi. Ma il monopolio era di papà“.
C’è un artista che nel corso degli anni ha particolarmente influenzato te e, soprattutto, la tua musica?
“Dare la “colpa” ad un solo artista è difficile. Di certo, provavo ammirazione per il genio musicale e carismatico di Battisti, Pino Daniele che m ha dato tanto. Ma credo che la vera influenza sulla mia musica l’abbiano data i gruppi italiani dagli anni 70 fino agli 80. Che trattavano temi a me molto cari. L’amore in tutte le sue forme“.
Cosa puoi dirci riguardo i tuoi prossimi progetti?
“I miei progetti futuri sono quelli di riuscire a fare arrivare la mia musica ad un pubblico sempre più vasto. Sarebbe un sogno. Mi impegnerò per realizzarlo. Incrociamo le dita“.