Spadafora dà del “maschilista” a Salvini e denuncia la deriva sessista e razzista che sta prendendo il Paese. Intanto, viene annullata la sua conferenza stampa per il censimento e lo sblocco dei fondi dei centri anti-violenza.
In un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora critica il vicepremier Matteo Salvini per gli insulti rivolti al capitano della Seawatch Carola Rackete e pare che a questo episodio sia collegato l’annullamento della presentazione prevista per oggi proprio da parte di Spadafora e il ministro Giulia Bongiorno, del primo censimento nazionale dei centri antiviolenza.
Avrebbe dovuto annunciare l’arrivo di nuovi fondi, ma anche di più rigorosi criteri di controllo sull’operato dei centri stessi. L’accaduto ha ovviamente suscitato non ben poche polemiche. Non si conoscono ancora i motivi dell’annullamento della conferenza stampa. Potrebbe aver influito un certo malumore del vicepremier Matteo Salvini per le dichiarazioni di Spadafora:
“L’Italia vive una pericolosa deriva sessista. Come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?”.
E porta ad esempio gli attacchi verbali di Salvini a Carola Rackete:
“L’ha definita criminale, pirata, sbruffoncella. Parole, quelle di Salvini, che hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro la Capitana, con insulti dilagati per giorni e giorni sui social”.
In mattinata, il leader del carroccio ha replicato durante una conferenza stampa al Cara di Mineo:
“Cosa sta a fare il sottosegretario? Sta al governo con un pericoloso razzista e maschilista? Fossi in lui mi dimetterei. Non ritenendomi un razzista e un maschilista non ho nulla da rispondere a scemate del genere. Se mi ritiene così brutto si dimetta e faccia altro nella vita. Ci sono delle ong che lo aspettano. Io spero che il governo duri 4 anni, certo se ogni giorno c’è un sottosegretario cinquestelle che si alza e la spara diventa impegnativo”.
Nel pomeriggio, parlando con i cronisti alla Camera, Salvini si difende:
“Posso essere accusato di essere sovrappeso, ma di maschilismo no. Il 22 luglio regaleremo più diritti alle donne con l’approvazione del Codice Rosso dopo anni di chiacchiere. Il top sarebbe la castrazione chimica per pedofili e stupratori”.
Poi rassicura:
“Il governo non è a rischio per il caso Spadafora”.
Gli esponenti della Lega non tardano a polemizzare contro Spadafora per difendere il loro leader, ma non mancano nemmeno le dichiarazioni dei parlamentari cinquestelle che scrivono una nota ufficiale:
“Non comprendiamo tutto questo clamore intorno alle affermazioni del Sottosegretario Spadafora – si legge in una nota sottoscritta da alcuni parlamentari cinquestelle – I numeri dell’ultima indagine Istat manifestano che il fenomeno della violenza sulle donne nel nostro Paese non è affatto debellato. Che questo fenomeno si alimenti anche con determinate affermazioni e che l’esempio incide anche sull’approccio culturale, non è un mistero per nessuno. Basti pensare che in Italia le donne sono oggetto del 63% di tutti i tweet negativi. Ognuno di noi, quindi, nel rispetto del proprio ruolo, ha la responsabilità di combattere e debellare questo fenomeno. E il lavoro portato avanti sul codice rosso dal Sottosegretario Spadafora e dalla ministra Bongiorno va proprio in questo verso. Detto ciò è compito e dovere di tutti lavorare ed andare avanti per la tutela di tutti i cittadini”.
Le dichiarazioni di Spadafora su Salvini hanno scatenato una serie di reazioni opposte da parte dei politici di altri partiti, tra cui richieste di scuse o di dimissioni. Il deputato Pd Lucia Annibali, tra l’altro vittima essa stessa di violenza, ha detto:
“Fa piacere leggere che anche il Sottosegretario Spadafora si sia finalmente accorto che c’è una responsabilità politica precisa di alcuni ministri del suo governo nella ‘pericolosa deriva sessista’ che sta vivendo il nostro Paese. Noi lo denunciamo da tempo nel silenzio generale”.
Sul caso è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio:
“Quanto casino per una intervista, ma è possibile che ora il problema di questo Paese debba diventare una intervista? Pensiamo a lavorare piuttosto visto che i risultati ci sono. Sono già partiti quasi tutti gli appalti, il 96%, dei 400 milioni stanziati per i Comuni. Questi sono temi di cui deve parlare il governo e che ci rendono orgogliosi. Quindi lavoriamo e andiamo avanti”.
E ha ribadito che:
“Spadafora non si dimette. Punto. E ora andiamo avanti, sono stanco di queste polemiche inutili”.