Massimo Troisi ritorna nella sua Napoli: è il regalo che Stefano Veneruso fa a suo zio, ma soprattutto a tutte le persone che lo hanno amato.
Questa sera alle 21, infatti, nel cortile del Maschio Angioino andrà in scena “Troisi. Poeta Massimo”, lo spettacolo ideato proprio dal nipote dell’attore.
Lo spettacolo, che fa parte della 40esima edizione di “Estate a Napoli”, è a ingresso libero fino ad esaurimento posti.
“Da anni volevo dedicare uno spettacolo a Massimo” dice Veneruso che a soli 24 anni curò il backstage del film “Il postino”.
“Dopo tanto tempo ho trovato la chiave giusta: le sue interviste degli anni ’70 e ’80. Da lì ho estratto i suoi pensieri, anche più intimi, sulla religione, l’amore, Napoli, i luoghi comuni”.
E così Stefano ha deciso di regalare a quella Napoli che ha tanto amato suo zio non solo lo spettacolo di questa sera, ma anche un film, cui riprese cominceranno ad ottobre.
Nello spettacolo “c’è un Massimo riconoscibilissimo, la sua visione geniale della vita, del suo cuore malandato […] intervallati da video che faceva girare a me o ai suoi amici” continua Veneruso.
Ed è proprio in quei momenti che l’ispirazione per nuovi pezzi poteva arrivare, come ad esempio quello di “Le porti un bacione a Firenze” con Renzo Arbore che, alle prime note di un mandolino, diventava “Lacrime Napulitane”.
Lo spettacolo tra prosa, filmati e musica vede in scena l’attore Matteo Nicoletta, accompagnato dalla voce e dalla chitarra di Alessandra Tumolillo, dalla chitarra di Matt Eo e dal contrabbasso di Stefano Napoli.
Nello spettacolo saranno riproposti, infatti, i brani scritti da Massimo: da “Quando” a “O’ssaje comme fa o core”, passando per “Saglie Saglie”.
“Troisi. Poeta Massimo” si concluderà poi con video inediti dei momenti catturati nel backstage del film “Il postino”.
Un finale perfetto che lascia all’ultimo film di Troisi il compito di congedarsi con il pubblico, così come, ormai 25 anni fa, Massimo aveva accompagnato fino alla fine quel film che aveva voluto realizzare a tutti i costi, spegnendosi a poche ore dall’ultimo ciak.