È nella stessa chiesa dove, poco più di un mese fa, si è sposato che si sono appena conclusi i funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere brutalmente ucciso a Roma.
Su feretro, avvolto nel tricolore, i simboli dei suoi grandi amori. Le foto con la giovane moglie Maria Rosaria. La maglietta di Insigne, capitano della squadra da lui tanto supportata. Una corona del rosario, simbolo della fede mai abbandonata. E, soprattutto, il berretto da carabiniere mai disonorato.
Una folla imponente si è radunata a Somma Vesuviana dalle prime ore del mattino. Ci sono le Istituzioni: il sindaco della città e amico d’infanzia Salvatore di Sarno, il presidente della Camera Fico, i vicepremier Di Maio e Salvini, il ministro della difesa Trenta, ma anche i sottosegretari campani Spadafora e Castiello oltre ad altri esponenti politici.
Ci sono i colleghi dell’arma che lo salutano con un doveroso picchetto d’onore. Ci sono le persone, familiari o amici, che l’hanno conosciuto e amato.
L’omelia, monsignore Marcianò: ““Basta piangere servitori dello Stato”
Apresiedere la celebrazione è l’arcivescovo Santo Marcianò. Nella sua commossa Omelia ricorda che il carabiniere Mario Cerciello Rega aveva scelto di sposarsi in quella chiesa, il 13 giugno, per sentire il padre Antonio – morto per una malattia quando lui aveva appena 24 anni – più vicino.
Monsignore Marcianò ricorda la fede del brigadiere, il suo impegno nella beneficienza e il suo grande rispetto per il comandamento più importante: “Non uccidere”.
“Mario ha creduto che non c’è giustizia senza rispetto della vita. Mario ha saputo vivere e morire per custodire la vita altrui. – afferma dall’altare forse anche in risposta alle polemiche degli ultimi giorni.
“Quanto è accaduto è ingiusto – aggiunge – Questo ci spinge a denunciare affinché sia fatta giustizia ed eventi del genere non accadano più. Basta piangere servitori dello Stato”.
La richiesta del comandante dei Carabinieri: “Si eviti la 12esima coltellata”
Il comandante dei Carabinieri ricorda i motivi per cui il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega aveva ricevuto un encomio: l’intera in ospedale accanto a una madre vedova e a sua figlia mentre non era in servizio. “È avendo sempre a mente questo che il suo sacrificio – afferma – sarà d’esempio ai tanti giovani carabinieri presenti in Chiesa”.
Alla platea e soprattutto alle Istituzioni il Comandante rivolge poi due richieste che riassume in due parole: “Rispetto e Riconoscenza”.
“È giusto – afferma – che si eviti la dodicesima coltellata al cuore d’oro di Mario. Sono giuste le polemiche, ma oggi no. E facciamo in modo che i toni, i modi siano rispettosi di un carabiniere morto per i diritti di tutti, anche quelli di una persona arrestata perché ha compiuto un orrendo crimine”.
Alla sua memoria, infine, vengono recitate due poesie: una di Pascoli e una scritta dalla moglie Maria Rosaria che ricorda la promessa fatta meno di mese fa e il desiderio, crudelmente infranto, di diventare padre.
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