«Non esiste alcun accordo con S.A.P.NA. spa (Società Provinciale della Città Metropolitana di Napoli) che ha addirittura programmato di destinare alla area Stir di Casalduni ben 16.500 balle corrispondenti a 20.000 tonnellate di rifiuti provenienti dall’ area napoletana». Questo ha scritto il Presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria in una lettera indirizzata al Prefetto, alla Deputazione Parlamentare e Regionale, ai Sindaci, ai Soggetti economici e sociali del Sannio, alla stessa Sapna, alla Regione Campania, agli Enti d’Ambito napoletani e a quelli di Benevento.
Di Maria ha chiesto al Prefetto di Benevento che si convochi un Tavolo di confronto e, nel contempo, che vi sia una mobilitazione politico-istituzionale a tutti i livelli di responsabilità per la difesa del territorio. Tutto ciò per impedire il conferimento di 20.000 tonnellate di rifiuti. Le balle di rifiuti, secondo i piani Sapna, dovrebbe essere provvisoriamente stoccate dal 31 agosto al 10 ottobre p.v. presso lo Stir di Casalduni per consentire i programmati lavori di manutenzione al Termovalorizzatore di Acerra (NA); Di Maria avverte nella sua lettera che non ha mai trovato il coinvolgimento della Provincia di Benevento, «sebbene la titolarità dell’impianto Stir di Casalduni appartiene solo e soltanto alla stessa Provincia di Benevento».
Il Presidente della Provincia, pertanto, ha disconosciuto «qualsivoglia impegno possa essere stato assunto da soggetti e/o Enti diversi dalla Provincia». La S.A.P.N.A. spa, che ha redatto il “piano”, non lo ha neanche reso noto alla Provincia: la Rocca dei Rettori, infatti, lo ha appreso e lo ha letto solo per via indiretta. «Già questo – ha dichiarato Di Maria – è sufficiente per diffidare la S.A.P.NA. spa ad assumere iniziative che interessino aree ed impianti del nostro territorio».
Peraltro, ha ancora precisato il Presidente della Provincia di Benevento, la S.A.P.N.A. spa ha ritenuto di coinvolgere il solo Ente d’Ambito di Benevento, riferimento che, ha dichiarato lo stesso Di Maria, «risulta sicuramente insufficiente se non intempestivo perché, allo stato, esso Ente d’Ambito non ha sufficiente titolarità in merito in quanto non pare abbia completato la procedura per la sua istituzione attraverso la composizione di tutti gli organismi, cosi come prevede la Legge Regionale num. 14/16, che dispone in materia».
Per quanto riguarda il merito della “piano” Sapna da 20mila tonnellate, di Maria osserva non si capire come lo Stir di Casalduni, avvolto dall’incendio dell’agosto 2018 che lo ha reso inoperante, e da un altro focolaio lo scorso 15 agosto, possa ospitare ulteriori 20.000 tonnellate di rifiuti in balle.
Peraltro, l’incendio del 2018 ha permesso di rilevare la presenza ivi di circa 19.000 Ton. di rifiuti giacenti da diverso tempo che non erano stati trasportati al Termovalorizzatore di Acerra, «una quantità significativa che – ha scritto Di Maria – travalicava ogni limite normativo e amministrativo. Una bomba ecologica che, dai postumi dell’incendio, si è manifestata in tutta la sua consistenza. Una minaccia reale che mina da tempo l’equilibrio ambientale di una intera area».
«Il Sannio ha già subìto l’onta della mortificazione istituzionale ed ambientale» per aver dovuto in passato “dare ospitalità”, a quanto si disse “in nome della solidarietà”, a quantità di rifiuti “tal quale” enormemente superiori a quelle prodotte nel Sannio, ovvero a svariate migliaia di tonnellate proveniente dai territori di fuori provincia e sversati nelle discariche di Montesarchio, Toppa Infuocata, Sant’Arcangelo Trimonte, Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo.
Ha precisato Di Maria che è una beffa che ad oggi, senza alcun ristoro né ambientale, né economico, i cittadini del Sannio debbano pagare di tasca propria la gestione di discariche che continuano quotidianamente a produrre da oltre un decennio smisurate quantità di percolato prodotto dai rifiuti altrui.
«E’ mortificante essere lo sversatoio della Regione Campania. Il Sannio merita oggi una adeguata difesa per evitare ulteriori prevaricazioni che sicuramente aggravano oltremodo le mortificazioni subite e che pesano in misura intollerabile sul nostro bilancio ambientale. Rivolgo un appello al Signor Prefetto affinchè si istituisca un tavolo istituzionale per affrontare fino in fondo tutti gli aspetti di questa problematica passati, presenti e futuri. Rivolgo un appello alle rappresentanze Parlamentari, Regionali, ai Sindaci, alle rappresentanze economiche e sociali affinchè ci sia una voce corale per concorrere a respingere questo nuovo attacco al territorio che può minare anche le residue speranze di risollevare le sorti di uno sviluppo sistemico e ampio». Così si conclude lo scritto del Presidente, nella speranza di scongiurare lo scarico di queste migliaia di tonnellate di rifiuti.
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