C’è un palazzo, a Napoli, dalla forma insolita: si tratta di Palazzo Spinelli di Laurino a via dei Tribunali. La pianta dell’edificio è ellittica, le pareti adornate di statue e stucchi belli da mozzare il fiato: ma, se lo visiterete, non sarà la sua particolare bellezza a svuotarvi i polmoni.
Palazzo Spinelli è infatti uno dei teatri su cui i fantasmi di Napoli hanno deciso d’esibirsi. Dalle sue balaustre si sporge la figura d’una fanciulla dai lunghi capelli e lo sguardo penetrante, della cui morte terribile ed insensata ci apprestiamo a raccontarvi. Questa è la storia di Bianca, del suo corpo e del suo fantasma: una storia di gelosia, addii e promesse mantenute.
Una storia nobile
I protagonisti di questa triste storia avevano tutti nobili natali. La prima è Bianca, un’orfana di prestigiose origini accolta presso la casa della famiglia Spinelli. Qui divenne la damigella della padrona di casa, Lorenza Spinelli: una donna scostante e crudele, che trattava il marito con sufficienza, arroganza e disprezzo.
La vita di Bianca scorreva tutto sommato serenamente: le ire di Lorenza Spinelli non erano mai rivolte a lei e gli altri membri della famiglia la trattavano con gentilezza e affetto. Bianca credeva d’essere al sicuro, tra le mura del palazzo, ma la storia dimostra quanto la percezione della fanciulla fosse sbagliata.
Un sorriso fatale
Il carattere di Lorenza, come abbiamo accennato, non era per niente garbato o gentile, e non di rado sconfinava nella crudeltà e nella cattiveria. Non era esente da questo atteggiamento suo marito, al quale venivano riservate sempre risposte scostanti e piene d’astio. Accadde così che, quando l’uomo stava per partire per la guerra ed osò entrare nelle stanze di Lorenza per ricevere il suo saluto, la donna lo respingesse malamente, negandogli anche questa gentilezza.
Nella sala con la nobildonna c’era anche la giovane Bianca, che sorrise al malcapitato marito con comprensione: sapeva bene, lei forse più di tutti, quanto potesse essere difficile avere a che fare con Lorenza.
Il sorriso, ricambiato dal marito, non sfuggì purtroppo alla Signora di casa Spinelli.
Promesse indissolubili
Lorenza Spinelli si convinse che Bianca avesse una relazione con il marito.
Le accuse erano false, ma alla fanciulla non venne data occasione di difendersi o discolparsi: Lorenza era spietata ed aveva già emesso una condanna di colpevolezza. Decise così di punire la ragazza in maniera esemplare, per far sì che ad altre damigelle o servette non venissero in mente strane idee: decise che Bianca sarebbe stata murata viva.
Bianca pianse e si disperò, provando a parlare con Lorenza Spinelli, dicendo di poter provare la sua innocenza, ma a nulla valsero le sue parole disperate.
Prima che venisse definitivamente murata viva, rassegnata ormai al suo triste destino di morte, Bianca pronunciò le seguenti parole, la sua ultima promessa alla famiglia Spinelli: “Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje“.
Per sempre nel palazzo
Bianca morì così, murata viva tra le pareti di Palazzo Spinelli.
La sua promessa però venne mantenuta: da allora, infatti, in procinto di ogni lieto evento e di ogni disgrazia, il fantasma della ragazza è apparso ai membri della famiglia Spinelli.
Ancora oggi c’è chi dice che la vede sporgersi dalla balaustra del palazzo; altri, a volte gli avventori delle pizzerie storiche che sono proprio di fronte al palazzo, dicono che vedano una figura eterea, una fanciulla che cammina sul cornicione. Conoscendo la leggenda di Bianca, molti operai si sono rifiutati per anni di lavorare sul piano dove la ragazza appare: e voi, l’avete mai vista?
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