Troppe morti sul lavoro in Campania, in continuo aumento nel 2019. Pochi controlli e pochi ispettori del lavoro. Edilizia e agricoltura i settori più colpiti.
Ben 52 morti bianche in Campania fino al 31 agosto. Tra loro il 77 % sono ultracinquantenni, in qualche caso anche 75enni caduti da impalcature edili o sfiancati a schiena china nei campi. La strage silente continua e per la regione Campania, i dati quest’anno sono in crescita rispetto al 2008 che ha contato 56 vittime. Nella regione, al terzo posto nella classifica dei decessi sul lavoro, dopo Lombardia e Veneto, Napoli è maglia nera con 24 casi in soli 8 mesi (più del 2018 quando si contavano 18 vittime); seguono Avellino (11), Caserta (10), Salerno (5) e Benevento (2) (dati Cgil). Sono l’edilizia e l’agricoltura, i settori più colpiti.
Vincenzo Maio, segretario regionale Fillea-Cgil, ha commentato così i dati:
“C’è un aumento esponenziale delle vittime purtroppo dipende dalla volontà politica di nascondere un fenomeno degenerativo della nostra società. Si parla così tanto di immigrati ma c’è la precisa volontà politica di spostare l’attenzione, non c’è una cultura sulla sicurezza, bisognerebbe invece iniziare dalle scuole”.
Sono 49 gli italiani che hanno perso la vita mentre lavoravano, due comunitari e un extra comunitario, 47 i maschi e 5 le donne, 46 i morti nelle industrie e 6 quelli in agricoltura. Si tratta per lo più di persone che non potrebbero sostenere i ritmi di questi lavori e vanno avanti fino allo sfiancamento ed è soprattutto la mancanza di comunicazione, uno dei nodi più difficili da risolvere, come spiega Maio:
“Noi sindacalisti non riusciamo più a raggiungere i luoghi di lavoro come una volta né tantomeno riusciamo a sviluppare politiche sindacali perché i diritti sono diventati un costo. Oggi facciamo fatica a parlare con i lavoratori. Non lo facciamo noi, né la scuola né gli organi ispettivi. Questo significa che questo tema esce fuori da qualsiasi contesto. Non lo fa nemmeno il compagno di lavoro che avverte l’altro e lo invita a prestare attenzione. Nessuno si difende, si lavora a testa bassa, inconsapevoli dei propri diritti. Spesso si baratta il lavoro con la paga, la sicurezza e i diritti”.
Il problema in Campania dipende anche dal fatto che gli ispettori del lavoro sono veramente pochi e per questo le aziende sono sicure di non avere controlli e di poter lavorare nell’illegalità. Mandano a morire nei cunicoli o sui ponteggi i lavoratori perché sono senza strumenti e senza tutele.