La stagione 2019/2020 del Teatro Mercadante si è aperta ieri sera con la messa in scena dello spettacolo shakespeariano de “La Tempesta“. L’adattamento porta la firma di Luca de Fusco, che da nove anni è direttore del Teatro Stabile di Napoli, e si fregia di grandi nomi quali quello di Eros Pagni, che qui veste i panni del mago Prospero.
Un’isola in cui perdere se stessi
Considerata come l’ultima opera di Shakespeare, la trama de “La Tempesta” è assai famosa: Prospero, legittimo erede del ducato di Milano, è stato esiliato in mare con la figlia Miranda (Silvia Biancalana) dal perfido fratello Antonio (Paolo Serra), che si è alleato con il re di Napoli Alonso (Carlo Sciaccaluga). Grazie agli aiuti di un nobile napoletano, il buon Gonzalo (Enzo Turrin), Prospero e la figlia sono riusciti a sopravvivere e sono approdati su un’isola, dove l’uomo ha studiato per affinare le proprie arti magiche con la speranza ed il progetto di riappropriarsi del proprio ducato.
Sull’isola Prospero libera uno spiritello dell’aria, Ariel, che era stato imprigionato da una strega nel tronco d’un albero – e che per questo, grato, si mette a servizio del mago – e cerca di educare, con scarso successo, il figlio di quella stessa strega e di un diavolo, Calibano (entrambi interpretati dalla brillante Gaia Aprea), alla morte della megera. Al tentativo di Calibano di violare Miranda, Prospero lo rinnega e lo maledice, costringendolo ad obbedirgli con la magia.
Lo spettacolo comincia con una tempesta, forse la più celebre del mondo del teatro ed anche della letteratura. La tempesta è stata creata da Prospero ed Ariel allo scopo di far naufragare sull’isola Antonio, il re Alonso, il principe di Napoli di lui figlio Ferdinando (Gianluca Musiu) e la loro schiera di consiglieri e servitori.
In un susseguirsi di emozionanti interazioni tra i personaggi, di amori appena sbocciati e nature tanto immonde quanto ineluttabili seguiremo il potente e geniale mago Prospero nel suo tentativo di vendicarsi dei traditori che lo hanno derubato ed in quello di riappropriarsi del proprio ducato. L’isola, un luogo che si deforma insieme ai pensieri ed agli incantesimi di attori e spettatori, sarà un luogo sospeso tra il reale e l’immaginario dove tutti i personaggi si perderanno e smarriranno anche se stessi.
Scenografie oniriche tra psiche, arte e bellezza
Difficilissimo descrivere la scenografia con aggettivi ed attributi, per cui ci si limiterà a dire che è, semplicemente, meravigliosa.
Meraviglia ed incantato stupore sono le sensazioni che si provano guardando l’allestimento del palco; la libreria di Prospero infatti, pur rimanendo il luogo in cui la maggior parte degli avvenimenti accade, si trasforma ad ogni scena rivelando nuovi particolari, sorprendendoci.
La scenografia compie quella piccola, gigantesca magia che è l’essenza del teatro: riempie gli occhi, colma di bellezza e stupore, ci fa tornare ad uno stato di infantile e gaudente meraviglia. Curata nei minimi dettagli, la biblioteca di Prospero è agghindata da quadri che cambiano oggetto e soggetto a seconda di chi calca in quel momento la scena: si susseguono i quadri sognanti di Chagall, ritratti di Freud e cieli stellati, e talvolta si anima e parla attraverso la voce di spiritelli-pinup e giudici rinascimentali.
La scena segue la psiche e le emozioni dei personaggi: si scioglie e contorce quando Prospero compie i suoi incantesimi e costringe al sonno i suoi malcapitati ospiti; sgocciola di terrore e perversione quando c’è Calibano che inveisce contro il suo padrone; si riempie di luce e di azzurro quando scende sugli attori e sugli spettatori la benedizione di Giunone.
La scenografia è viva e recita, si muove letteralmente grazie ad espedienti meccanici assolutamente incredibili. Lo sfondo delle vicende di questa Tempesta non è semplicemente carta da parati, è attore performante della realtà e dello spettacolo: un sogno.
Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta; disegno luci di Gigi Saccomandi; installazioni video di Alessandro Papa; musiche originali di Ran Bagno.
La Tempesta di De Fusco: un nucleo autentico vestito d’originalità
Il regista è riuscito nel non comune e non semplice compito di far propria un’opera iconica senza perderne l’essenza. La Tempesta di De Fusco si distanza dall’originale per tantissimi motivi – già solo, semplicemente, l’essere costituito da un atto unico invece che i cinque di Shakespeare – ma ne mantiene intatto il senso.
Il nucleo Shakespeariano di questa tempesta rimane integro anche se Luca de Fusco lo veste di abiti nuovi e scintillanti, divisi tra arte e raffinatezze ed un’atmosfera che strizza l’occhio in più occasioni alla cultura pop e cinematografica.
Tra i consiglieri ed accompagnatori del re Alonso così spunta un Freud, impossibile da non riconoscere anche per il suo ritratto che compare alle sue spalle incastonato come un memento nella libreria di Prospero, e proprio come un autentico psicoanalista razionalizza e rende palesi i sentimenti, i turbamenti, le paure e le emozioni dei personaggi; Giunone (Alessandra Pacifico Griffini) si trasforma in una sfolgorante e sensuale Marilyn Monroe che esegue la sua benedizione danzando tra le stelle; gli ubriaconi e bislacchi Stefano (Gennaro di Biase) e Trinculo (Alfonso Postiglione) diventano due napoletani sguaiati e volgari che modificano i dileggi del maestro inglese in battutacce e detti recitati in un becero dialetto.
La bravura del regista è quella di inserire frammenti di se stesso, della propria epoca e della propria esperienza all’interno di un’opera teatrale così celebre e mastodontica senza distruggerla, senza dissacrarla o sovrastarla: non ne cambia i connotati ma semplicemente la veste della propria pelle. Ed in questo caso è indubbio che l’operazione sia stata un successo e che sia stata eseguita magistralmente.
Un saluto romantico al teatro
Quest’opera è, come specificato nella presentazione dello spettacolo, un addio di Shakespeare al teatro. Ed è probabilmente questo il motivo per cui Luca de Fusco ha scelto proprio questo titolo come suo ultimo lavoro di adattamento e regia in veste del direttore del Teatro Stabile di Napoli: dall’anno prossimo, infatti, la carica passerà ad altri.
Alla fine della messa in scena, il regista ha salutato il suo pubblico ed il teatro non senza un velo di commozione. La sua Tempesta è ammantata di percepibile nostalgia, ma si tratta d’una nostalgia gentile poiché priva di rimorso e rimpianto: è un saluto, un arrivederci più che un addio, intessuto di lustrini e velluto rosso. Guardando lo spettacolo, ancor prima di ascoltare il commiato di Luca de Fusco, tutto ciò è arrivato allo spettatore, trasmesso dalla delicatezza della rappresentazione.
Si tratta di un saluto romantico e commosso al teatro – un imperdibile arrivederci arricchito di sostanziosa cura e competenza.
Dove e quando vedere lo spettacolo
La Tempesta di De Fusco sarà in scena a Napoli al Teatro Mercadante fino al 10 Novembre 2019.
La sua successiva Tourneé sarà invece così articolata:
- Salerno, Teatro Verdi, dal 14 al 17 Novembre 2019;
- Roma, Teatro Eliseo, dal 19 al 1 Dicembre 2019;
- Reggio Calabria, Teatro Cilea, 4 Dicembre 2019;
- Como, Teatro Sociale, dal 12 al 13 Dicembre 2019;
- Genova, Teatro della Corte, dall’8 al 19 Gennaio 2020;
- Perugia, Teatro Morlacchi, dal 22 al 26 Gennaio 2020;
- Udine, Teatro Nuovo, dal 28 al 30 Gennaio 2020;
- Arezzo, Teatro Petrarca, dal 3 al 4 Febbraio 2020;
- Prato, Teatro Metastasio, dal 6 al 9 Febbraio 2020.
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