Molte chiese e parrocchie della città di Napoli, a causa dell’insufficienza di fondi europei destinati soltanto ad una piccola parte dei siti storici, hanno deciso, per poter effettuare i restauri necessari sia strutturali che a livello di pitture, di chiedere un piccolo sostegno ai fedeli e ad alcune associazioni.
Il grande progetto «Centro storico UNESCO» include nel proprio elenco di interventi solo 15 delle circa 200 chiese dell’area, molte con problemi di staticità e deterioramento del patrimonio artistico. In alcuni casi si è cercato di scongiurare i rischi immediati puntellando le volte. Nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a via Toledo i fedeli si riuniscono quotidianamente sotto i tubi innocenti, davanti all’altare maggiore realizzato nel 1759 da Giuseppe Sammartino. Una particolare devozione è riservata alla statua della Madonna col Bambino: “Quest’ultima era davvero malridotta e non potevamo sperare in nessun aiuto economico – spiegano i volontari dell’Arciconfraternita Nostra signora dei sette dolori – ,da qui l’idea di chiedere un contributo direttamente ai nostri fedeli e in molti hanno risposto all’appello. Abbiamo così potuto sostenere le spese per il restauro del manto azzurro e del volto della venerabile effigie”.
Restauri di cui necessita anche la Chiesa di San Nicola alla Carità, sempre su via Toledo e nelle immediate vicinanze di Piazza Dante, in cui la volta affrescata nel Settecento da Francesco Solimena rischia di scomparire per sempre a causa del rischio di eventuali crolli, incrostazioni, infiltrazioni e comparsa di muffe.
Non meglio si presenta la Real Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, realizzata nel 1540 per ordine del viceré don Pedro de Toledo e inglobata nel palazzo del Municipio, in cui i danni alla volta sono causati dalle infiltrazioni, così come la Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, annessa all’ospedale e gestita dall’omonima arciconfraternita fondata nel 1578. Convegni e manifestazioni artistiche hanno riportato negli ultimi anni l’attenzione sul complesso della Pignasecca, convogliando donazioni di privati per il restauro delle tele seicentesche di Giacomo Farelli e Francesco Fracanzano.
Nonostante a luglio si sia costituito a Napoli il comitato per il riconoscimento delle confraternite come patrimonio UNESCO dell’Umanità, padre Salvatore Fratellanza, presidente del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate, ritiene che i restauri dovrebbero essere proposti da ciascuna chiesa seguendo un coerente piano d’interventi: “Così è accaduto a Sant’Anna dei Lombardi a Monteoliveto dove siamo riusciti ad eseguire importanti interventi di messa in sicurezza delle opere: ma le raccolte fondi promosse da alcune arciconfraternite, sono iniziative indipendenti: non rientrano nei nostri programmi e tanto meno sono coordinate da noi”.