Emergenza rifiuti a Napoli. Ieri mattina alcune donne hanno rovesciato i cassonetti vicino alla scuola. Esasperazione dopo il freno alla raccolta.
Di nuovo emergenza rifiuti a Napoli, dove la spazzatura sta sommergendo tutti i quartieri del capoluogo, dal Vomero alla Riviera di Chiaia, dalla periferia al centro storico. I sacchetti e i cassonetti stracolmi in Piazza Bellini e in Via Toledo sono un pugno in un occhio e un duro colpo all’olfatto. Nei Quartieri Spagnoli, la situazione è diventata particolarmente intollerabile: ingenti quantità di rifiuti sono ammassate nei vicoli, in un’“enclave” ormai invivibile.
È a questa condizione vergognosa che si sono ribellate alcune donne, le quali hanno rovesciato i cassonetti della spazzatura, riversando in strada e sui marciapiedi, nei pressi della Piazzetta di Montecalvario, i sacchetti accumulati. Un forte disagio, soprattutto se si considera che l’episodio è avvenuto vicino alla scuola dell’infanzia ed elementare Paisiello, e che adulti e bambini hanno dovuto fare slalom e acrobazie per evitare l’immondizia.
Tuttavia, questo atto di protesta è carico di indignazione: esasperate dall’insopportabile puzza e dalla costante presenza di topi, soprattutto di notte, quando è più facile per i roditori sgattaiolare indisturbati tra i rifiuti, queste donne hanno reputato necessario manifestare il proprio sdegno verso un sistema ormai in panne.
I motivi
Già. Perché il motivo per cui, da circa una settimana, enormi quantità di rifiuti solidi urbani, occupano i quartieri di Napoli si nasconde dietro alle falle nel sistema di raccolta, ormai in stallo. Colpa della chiusura del termovalorizzatore di Acerra? Assolutamente no; il termovalorizzatore funziona a pieno regime. Semplicemente, si tratta di una cattiva gestione del processo di raccolta e di riciclaggio, e dello stop alla raccolta di plastica.
Il problema sembra essere uno e uno solo, ovvero l’incapacità di smaltire correttamente i propri rifiuti. Tempismo perfetto, se pensiamo che lo stallo si è verificato in concomitanza con la pubblicazione dell’ultimo dossier di Legambiente sulla raccolta differenziata, in cui si fa chiaro riferimento alle difficoltà di smaltimento dei rifiuti in Campania, e alla situazione, ancora insoddisfacente, della città metropolitana di Napoli e della sua provincia.
Al sostanziale problema del commissariamento dell’Asìa, l’azienda di proprietà comunale deputata alla raccolta dei rifiuti, va aggiunta la chiusura dell’unico sito di stoccaggio dell’ex-Icm, a causa di una gestione non adeguata. Inoltre, come riporta “Il Mattino”, non manca il caos della plastica. In particolare, la Cina avrebbe ridotto l’acquisto del materiale differenziato in tutta Italia, causandone, a Napoli, l’accumulo in strada.
Davvero una brutta esperienza per Napoli, che rischia di passare da città decadente a città degradata anche agli occhi dei turisti, che in questo momento dell’anno ancora affollano le strade del capoluogo campano. Insomma, in questi giorni sembra di aver fatto un passo indietro, riscoprendo una Napoli ancora vittima dei propri fantasmi.
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