In un articolo pubblicato su Repubblica nel 2015, Roberto Saviano aveva scritto che le testate “Cronache di Napoli e Cronache di Caserta sono contigue alle organizzazioni criminali, che fungono da loro uffici stampa, e che sono organo di propaganda e di messaggi tra clan”.
Immediata era stata la la denuncia-querela per diffamazione nei confronti dello scrittore napoletano da parte di Pellegrino Notte, amministratore della Libra Editrice ed editore dei sopracitati quotidiani. Dopo 4 anni, come riporta anche il quotidiano online Fanpage, la vicenda si è chiusa con una richiesta di archiviazione.
Secondo il Pm Paola Di Nicola che ha chiesto l’archiviazione al Giudice per le istanze preliminari di Roma, le parole di Saviano erano atte a difendere la propria reputazione da precedenti accuse di plagio apparse sul Daily Beast nel proprio libro Zerozerozero, ma soprattutto fondate e “veritiere” nell’affermare la “contiguità dei suddetti quotidiani ad ambienti camorristici”.
el medesimo decreto di archiviazione, l’estensore della richiesta di archiviazione ha affermato che “sussistono ulteriori e diversi elementi che fanno propendere per l’intrinseca veridicità e obiettività di quanto affermato da Saviano. Ad ulteriore contiguità dei sopracitati quotidiani con ambienti camorristici depone, altresì, la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie del 5/8/2015“.
Dunque, aver utilizzato un provvedimento giudiziario come fonte delle sue affermazioni, solleverebbe Roberto Saviano da ogni accusa di diffamazione.
Assieme alla posizione dell’autore di Gomorra, è stata archiviata anche quella di Ezio Mauro, all’epoca della pubblicazione dell’articolo direttore del quotidiano La Repubblica.
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