Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Antonio Fiorentino nei confronti di ben 36 persone, accusate a vario titolo di spaccio di droga.
In 19 vanno in carcere, altri 7 ai domiciliari, 9 divieti di dimora e un obbligo di firma. L’inchiesta, coordinata dai sostituti Emilio Prisco e Sonia Nuzzo del pool di magistrati del procuratore Pierpaolo Filippelli, ha portato a ricostruire almeno 700 episodi di spaccio in meno di quattro mesi, con incassi che superano i 14mila euro.
Casi di spaccio che sembravano isolati avevano, invece, un’unica regia. Le ordinazioni delle dosi avvenivano con linguaggio in codice. Le consegne avvenivano a casa del pusher o dell’acquirente, oppure in luoghi diversi scelti con un sms. In un caso la consegna della dose veniva affidata a una bambina e tra i clienti c’erano anche dei minorenni. Dal carcere, invece, i detenuti ordinavano la droga ai propri parenti, poi introdotta grazie ai colloqui.
Diverse sono le piazze di spaccio smantellate. Da Torre Annunziata e San Giovanni a Teduccio le forniture raggiungevano le piazze di spaccio di Eboli, Salerno e Messina. Il personaggio principale dell’inchiesta è ritenuto Giuseppe Morello, 44enne di Torre Annunziata, uno dei fornitori principali delle piazze di spaccio di tutta Italia. Oltre cento episodi di spaccio sono contestati al solo Lorenzo Conò, pusher di spicco. Alessio Corsano gestiva lo spaccio della droga dalla sua cella del carcere di Fuorni. Armando Danilo Clemente, invece, ordinava addirittura suboxodone, un oppiaceo utilizzato dai tossicodipendenti in cura, dal carcere di Lanciano. I 19 detenuti in carcere questa mattina saranno ascoltati dal gip per l’interrogatorio di garanzia.
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