I lavoratori di Almaviva occupano la sede di Napoli per chiedere all’azienda «risposte sui 147 esuberi» in seguito al cambio di appalto.
«Risposte sui 147 esuberi», ecco cosa chiedono i lavoratori di Almaviva che hanno occupato la sede di Via Brin, a poco più di una settimana dal cambio di appalto. Infatti, nonostante una clausola che salvaguarderebbe il passaggio di tutti i lavoratori alla nuova azienda, la Comdata, vincitrice della commessa, non sembrerebbe intenzionata ad assumere l’intero organico. Questa decisione desta serie preoccupazioni fra i dipendenti. Se, dal primo dicembre, il transito alla Comdata, con sede a Marcianise, sarà effettivo per 400 lavoratori, per altri 147 il futuro resta incerto.
La preoccupazione, secondo la Rsu Almaviva Contact, è che le unità che «ad oggi si ritrovano fuori dal ciclo produttivo» possano soffrire momenti di «incertezza e rischio di ulteriori sacrifici economici». È proprio questa insicurezza che avrebbe spinto i lavoratori alla protesta, per chiedere all’azienda delle chiarificazioni. «La disperazione oggi è sfociata nell’occupazione del sito» – ha dichiarato Francesco De Rienzo, Rsu Cgil – «e non lo lasceremo finché l’azienda non ci darà delle risposte».
Il clima di tensioni aveva caratterizzato già un incontro promosso dalla Cgil, tenutosi il 20 novembre a Napoli. Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche Maurizio Landini, leader della Cgil, un gruppo di lavoratori ha protestato, interrompendo a più riprese anche l’intervento di Nicola Ricci, segretario regionale Cgil della Campania. «Prendo l’impegno di parlare con la categoria nazionale a Roma per capire quali spazi possono esserci e intervenire» – ha affermato, in quell’occasione, Landini.
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