Tra gli spazi ristretti e visionari dell’Elicantropo, Carlo Cerciello porta in scena Audizioni, un testo liberamente ispirato ai recenti monologhi femministi di Gloria Calderón Kellett. In teatro vediamo stendersi un postmoderno palco-passerella-monitor, che è esso stesso oggetto chiave della scena narrata. Infatti, si reinstalla a matrioska all’interno del tempo diegetico. Su di esso scorrono fugaci flash visuali. Rimandano agli scenari che saturano gli spazi della nostra comunicazione di massa e quindi contestualizzano la scena nel nostro tempo.
Ma sulla stessa passerella sfilano, con una struttura episodica, gli affreschi di donne accomunate da una nevrosi nella cui autoanalisi lo spettatore si immerge, attraverso i flussi di coscienza delle protagoniste. I personaggi interpretati da Valentina Dalsigre Cirillo, Mariachiara Falcone, Fabiana Fazio, Ianua Coeli Linhart e Cecilia Lupoli, ottenuto finalmente un colloquio con un Dio donna che ha deciso di ascoltarle alla maniera di un talent show, condividono con Lei e col pubblico le loro storie. I loro pensieri veicolano un senso di disadattamento che colpisce in generale gli spazi del rapporto con l’altro – e, sempre più nello specifico – quelli della socialità, della sentimentalità, della sessualità.
La crisi è ritratta in una scenetta in cui grottescamente un’integerrima donna in carriera inscena i colloqui per il ruolo di fidanzato, mentre la collega pian piano arriva all’ardua consapevolezza che forse ama il suo uomo; in quella in cui un’italiana figlia di immigrati si ritrova straniera in ogni dove; o in quella in cui l’archetipo Eva condivide col suo creatore e coi suoi figli il senso di colpa e d’ingiustizia che le è proprio; o in quella dove una giovane, a sorsi interrotti, confessa a un’altra ricordi che riaffiorano sulla scia del Leitmotiv cantato un tempo dallo zio, che rimanda ambiguamente a scenari di violenza subita e poi perpetuata.
Tra le scene trova spazio anche la metateatrale denuncia sulla carenza di ruoli femminili nel grande teatro e fa da cornice la fugace apparizione di un personaggio, prima nella morsa di un leone e poi di un salvagente. È più indecifrabile degli altri, ma sembra essere l’unico a rivolgersi e impersonare collettivamente tutti (chi è in scena e chi sta fuori), a concretizzare lo squarcio tra il palco e le poltrone e tra il parziale e l’universale, facendosi carico dell’invettiva dal meccanismo brechtianamente straniante.
Considerando la genesi del testo sulla base di una profonda riscrittura dei monologhi della Kellett e – come ci hanno raccontato gli stessi Carlo Cerciello e Imma Villa – il suo parto collettivo (alla stesura hanno contribuito le stesse attrici, ex allieve del fertile laboratorio permanente elicantropino), loro stesse, come autrici-personaggi, si co-stringono nel limbo della fictio, intrecciando le immagini di un vissuto reale e immaginario, di cui sono emblematici i monologhi di Ianua.
Terreno fertile per le idee e per la loro realizzazione, considerando anche il meccanismo ormai radicato di formazione e avviamento dei giovani allievi, di cui Audizioni è un’altra prova, l’Elicantropo conferma di essere una delle realtà più serie sullo scenario della sperimentazione teatrale quantomeno regionale e del sud Italia.
Audizioni
di Carlo Cerciello
dal 23 novembre al 15 dicembre e dal 2 al 12 gennaio 2020
ore 21.00 (da giovedì a sabato), ore 18.00 (domenica)
Teatro Elicantropo, vico Gerolomini 3, Napoli
info e prenotazioni al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)
_
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!