venerdì, Novembre 22, 2024
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Pink Floyd Legend catturano Napoli con “The Dark Side of the Moon”

Memorabile performance dei Pink Floyd Legend, che arrivano all’Augusteo con “The Dark Side of the Moon”. Ecco il racconto di una vera “Floyd Experience”.

Lunedì 16 dicembre il palco del teatro Augusteo si è infiammato a colpi di basso, chitarre, tastiere, batteria, acuti e sax. È il caso di dirlo, i Pink Floyd Legend, migliore tribute band italiana del celebre gruppo rock britannico, sono stati ‘leggendari’ e non hanno deluso le aspettative del pubblico.

La band ha portato a Napoli uno dei più grandi successi di tutti i tempi: “The Dark Side of the Moon” (ve ne abbiamo parlato dettagliatamente qui). Un concept album la cui potenza si manifesta in una narrazione che attraversa la vita dell’uomo, dalla nascita e dalla paura verso lo scorrere del tempo, alle follie della società, che ingabbiano e confinano l’uomo sull’altra faccia della luna.

Accolti in una location piuttosto insolita per un concerto del genere, l’Augusteo conferisce allo spettacolo un tocco di originalità: un’atmosfera raccolta, eppure esplosiva, che accoglie un pubblico straordinariamente eterogeneo. C’è la generazione dei giovani degli anni ’70 che i Pink Floyd, quelli veri, li ha pure visti dal vivo – e c’è chi li commenta, con un po’ di nostalgia, nei momenti che precedono l’inizio del concerto. Ma tanti anche i giovani e i giovanissimi che lunedì sera hanno affollato la platea dell’Augusteo, per uno spettacolo da quasi tutto esaurito. Questo sancisce, ancora una volta, l’intramontabile sound dei Pink Floyd, che va oltre i confini generazionali e racchiude in sé significati ed emozioni universali.

Kick-off @21

Solo qualche minuto di attesa, poi le luci si abbassano e comincia lo spettacolo. E che spettacolo! Sullo schermo centrale, che riproduce il famoso occhio, introdotto proprio dai Pink Floyd nel tour di The Dark Side of the Moon, cominciano a susseguirsi in sequenza le immagini: video ed effetti dell’epoca, immagini dei membri della band britannica – con omaggio soprattutto a David Gilmour – ma anche fotogrammi contemporanei, che integrano con la loro potenza visiva il significato dei testi.

Due ore di puro spettacolo, in cui Napoli sembra un po’ meno Napoli, e un po’ più la Londra degli anni ’70. Luci, suoni, colori, voci, virtuosismi vocali e strumentali si fondono insieme per regalare una vera Pink Floyd Experience che cattura il pubblico partenopeo. L’apertura è affidata a Shine On You Crazy Diamond: perfetto per entrare nel mood che caratterizzerà l’intero concerto.

Scelta molto efficace anche quella di dividere lo spettacolo in due parti: mentre la prima riprende grandi successi del gruppo britannico, che ha ridefinito e rivoluzionato i confini della musica rock, i Legend dedicano la seconda parte a “The Dark Side of the Moon”, disco-capolavoro dei Pink Floyd, ancora oggi tra i più amati al mondo.

Molto più di un tribute

Se generalmente si tende ad essere un po’ scettici sulla natura e sulla bravura delle tribute band, questo non è il caso dei Pink Floyd Legend. Per niente facile riuscire ad essere fedeli alle particolarità sonore e vocali della band britannica, a regalare al pubblico un’esperienza veramente floydiana, evitando, però, di scadere in banali e mediocri imitazioni. Eppure, i Legend ci sono riusciti. Sorprendenti per somiglianza alle voci dei membri originali del gruppo – straordinaria soprattutto la fedeltà, per niente scontata, alla voce di Waters – le performance di Errichetti e Castaldi, che pure riescono ad esprimere, però, una propria individualità. La band romana, infatti, è stata in grado di costruire uno show rappresentando molto accuratamente le caratteristiche delle leggende britanniche, riuscendo, però, a mantenere e a mostrare una propria identità.

Pink Floyd Legend – Angioi, Castaldi, Errichetti sul palco. Ph. Fabrizio Grossi.

I ragazzi della band si divertono sul palco, lo occupano e lo padroneggiano. Sono in 9, ma gestiscono lo spazio alla perfezione. Castaldi interagisce continuamente e fisicamente con il pubblico: lo cerca, lo intrattiene, e il pubblico risponde con grande partecipazione, in particolare in momenti topici della serata, come durante l’esecuzione di Pigs, Time, Money, Eclipse, Wish You Were Here, Comfortably Numb. Riscontro molto positivo anche per The Final Cut, forse una delle interpretazioni più emozionanti, che non poteva che dissolversi in un lungo applauso del pubblico.

La spettacolarizzazione dello spettacolo

La prima parte del concerto è puro spettacolo: fantastici giochi di laser multicolori fanno la loro prima apparizione in Learning to Fly. I raggi irradiano tutta la platea, trasportando il pubblico in una dimensione alternativa, onirica. I protagonisti delle performance sono gli strumenti: magnetici gli assoli e i riff in Another Brick in the Wall, ipnotiche le note di Learning to Fly e Keep Talking. Per non parlare dell’ingombrante presenza del professore materializzatosi durante Another Brick in the Wall.

A riprova che la narrazione dei Pink Floyd è sempre attualizzabile, i Legend riescono a ri-contestualizzare la critica sociale delle canzoni del gruppo britannico. Ciò raggiunge l’apice soprattutto con la ‘messa in scena’ di Pigs. Proprio qui emerge tutta la potenza comunicativa delle immagini, ancora più taglienti se aggiunte ai suoni e alle parole urlate dal palco.

Siamo, a questo punto, completamente catturati dall’interazione tra musica, colori e immagini: una comunicazione caleidoscopica che, in Pigs, evidenzia come “fear builds walls” (trad. la paura costruisce muri). Questo il messaggio riportato sul maiale volante, sospeso sul palco per tutta la durata della canzone. Questo maiale, richiamo a quello che sorvola la centrale elettrica di Battersea sulla copertina di Animals, invitabilmente denuncia chi di questa politica è esponente. Non a caso, insieme alle storiche immagini, sullo schermo vengono proiettate fotografie che ritraggono Donald Trump.

Pink Floyd Legend – Teatro Augusteo. Ph. Fabrizio Grossi.
The Dark Side of the Moon

Il pubblico è già visibilmente in delirio per i capolavori della prima parte, quando, dopo soli 10 minuti di break, grazie alle immagini proiettate sullo schermo oculare, finalmente atterriamo on the dark side of the Moon. I suoni elettronici di On the Run, le immagini psichedeliche e i chiari riferimenti alla pazzia – tra l’altro chiave di lettura dell’intero concept album – presenti nel video della canzone e proiettati sul grande occhio ci accompagnano in questa transizione, finché il pubblico non impazzisce letteralmente per l’eccezionale performance di Time – Breathe (reprise). Sullo sfondo, ovviamente, orologi con lancette impazzite che roteano e che ci ricordano che il tempo corre, veloce, disordinato e disorientato, fino alla morte.

Momento di elevato spessore tecnico è l’esecuzione di The Great Gig in the Sky: primo piano sulle coriste che occupano l’intera scena musicale con la potenza delle proprie voci e dei propri acuti. E poi, Money: impossibile non lasciarsi trascinare dal tintinnio delle monete e dalle note del fantastico sax. A questo punto il pubblico non può lesinare applausi, perché l’atmosfera è davvero da brividi. Anche se, nella seconda parte, diminuiscono gli ‘effetti speciali’, il pubblico è incapace di staccare gli occhi dal palco, catturato, ipnotizzato, anche quand’è il turno di Us and Them. Per non parlare di Brain Damage, forse uno dei momenti più significativi dello spettacolo. Sulle sue note, immediata è la reazione del pubblico alle immagini che scorrono sullo schermo centrale. I volti sono quelli di alcuni personaggi della politica italiana, quasi a voler concludere un’aspra quanto melodica denuncia sociale emersa già in Pigs.

Buonanotte? 

E quando, allegoricamente, le ultime note di Eclipse ci ricordano che «everything under the Sun is in tune, but the Sun is eclipsed by the Moon», il pubblico si lascia andare a un applauso scrosciante, celebrativo di una serata da ricordare.

Un finto “buonanotte!” gridato da Castaldi, e il volume delle voci del pubblico cresce a dismisura. L’applauso, infatti, non segna la fine del concerto, bensì l’impaziente richiesta di un ultimo assaggio. Perché è difficile lasciare andare una serata come questa. Manca ancora qualcosa, e la si vuole assaporare fino in fondo.

Pink Floyd Legend. Ph. Fabrizio Grossi.

Eccola, dunque, la canzone iconica che non poteva mancare per niente al mondo. Le prime note che fanno vibrare l’anima, quei virtuosismi e quegli assoli che rendono Wish You Were Here semplicemente inconfondibile, in un’esecuzione che sfiora la perfezione. E mentre il pubblico si unisce all’unisono al refrain di una delle canzoni più conosciute e amate, sullo sfondo vengono proiettate anche alcune immagini di Syd Barrett, fondatore e ideatore del nome della band britannica.

Visibilmente in delirio per Comfortably Numb, gli spettatori regalano alla band una splendida standing ovation, convinti che – come c’era da aspettarsi per la magnifica e trascinante esecuzione – questo sia il pezzo conclusivo dello show partenopeo. Tutti persi in un lunghissimo applauso conclusivo per ringraziare i Legend per la loro magnifica performance.

E invece, non è finita. Perché la band decide di chiudere in bellezza, seguendo le orme dei loro miti, e lasciando il pubblico di Napoli con le note di un’elettrizzante versione di Run like Hell.

Pink Floyd Legend – Pubblico in delirio al Teatro Augusteo. Ph. Fabrizio Grossi.
Prossima occasione di vedere i Pink Floyd Legend?

L’esperienza dei Pink Floyd Legend è stata davvero positiva. Si tratta di una gruppo, insieme dal 2005, in grado di abbattere i pregiudizi dei più verso le cover band. Perciò devono essere ascoltati dal vivo, in uno dei loro tanti show che mettono in scena la Floyd Experience a trecentosessanta gradi. Qui sono elencate tutte le loro prossime date. Prossimo appuntamento con “The Dark Side of the Moon” in programma martedì 10 marzo 2020 a Genova, presso Politeama Genovese (ore 21).

Le canzoni

(Part 1): Shine on you crazy diamond – Learning to fly – Keep talking – The final cuts – Another brick in the wall – Mother – Pigs. (Part 2): Speak to me / breathe – On the run – Time / Breathe (reprise) – The great gig in the sky – Money – Us and them – Any colour you like – Brain damage / Eclipse. Bis: Wish you were here – Comfortably numb – Run like hell.

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