lunedì, Novembre 25, 2024
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Leggende della Campania: quando nasce la Befana?

A Napoli la festa della Befana è particolarmente sentita, e infatti con l’avvicinarsi del 6 Gennaio sulle strade fioriscono mercatini di dolciumi e di calze decorative. Le streghe, d’altro canto, in questa città sono ben conosciute e i loro miti molto amati: basti pensare a quanto tutta la regione Campania sia affezionata alle celebri Janare.

Ma conoscete davvero la storia della Befana? Nonostante sia descritta come molto anziana, non riuscirete mai ad indovinare la sua età; parliamo di una vecchietta davvero antica…

Napoli e la Befana

La notte dell’Epifania è una notte indubbiamente magica: le leggende raccontano che, proprio come accade alla vigilia di Natale, gli animali per una notte imparano a parlare e svelino segreti e profezie a chi è disposto ad ascoltarli.

E poi, naturalmente, la notte tra il 5 ed il 6 Gennaio le favole raccontano della strega Befana, che vola con la sua scopa dispensando carbone ai bambini cattivi e dolci a chi invece si è comportato bene.

A Napoli la figura di questa strega, di questa Janara è particolarmente amata: basti pensare infatti alle feste ed agli eventi che sempre si svolgono il 6 Gennaio ed ai tanti mercatini che rallegrano la città – primo tra tutti, quello storico che ogni anno si svolge a piazza Mercato.

Ma come mai i Napoletani amano tanto la Befana? La ragione è da ricercarsi in storie decisamente antiche, in dee talmente tanto amate da essere sopravvissute allo scorrere dei secoli ed al susseguirsi delle religioni.

Diana, i Cristiani e la Befana

C’è un mito, risalente ai tempi dell’antica Roma, secondo cui la dea Diana – la dea delle donne, della caccia, dei boschi e della natura a cui erano devote anche le Janare – dodici giorni dopo il solstizio d’inverno – che cade orientativamente il 21 Dicembre – volava sui campi seguita dal suo stuolo di ninfe per donare ai raccolti ed alla terra abbondanza e fertilità. 

In concomitanza col volo della dea, gli antichi Romani seppellivano nei campi un fascio di rami di salice bianco: questo simboleggiava la neve, e il rituale serviva a scongiurare le nevicate che, in questo periodo dell’anno, avrebbero potuto uccidere i semi e danneggiare il raccolto. Inoltre, la dodicesima notte dal solstizio d’inverno i Romani solevano scambiarsi dei doni come simbolo di buon auspicio per l’anno che stava per cominciare.

Come al solito, con il suo avanzare il Cristianesimo tentò di estirpare i culti pagani. Questo risultò particolarmente arduo nelle campagne e nelle città dove era presente una cultura esoterica particolarmente forte; così, dopo aver tentato per anni di eliminare Diana, si decise di sovrapporre ai miti e ai riti legati alla dea alcune usanze dal sapore favolistico e dalla morale più cristiana.

La dea venne chiamata strega, divenne vecchia e brutta e non dispensò solo doni ed abbondanza, ma assunse carattere punitivo dando carbone a coloro che si erano comportati “male” – ovvero, coloro che non avevano obbedito ai dettami della religione cristiana.

La favola dei Magi

C’è inoltre una favola, introdotta dal Cristianesimo, che riguarda la Befana e che cerca di spiegare i festeggiamenti del 6 Gennaio eliminando del tutto la figura della dea Diana.

Secondo questa favola, i tre Magi Baldassarre, Gaspare e Melchiorre si persero in una gelida notte d’inverno, mentre cercavano di raggiungere il neonato Gesù. Sconfortati ed infreddoliti, chiesero ad una vecchietta che incontrarono lungo la strada delle indicazioni.

L’anziana signora non esitò ad aiutarli, spiegando loro come raggiungere la loro meta. Sebbene i Magi l’avessero pregata di seguirli per andare a salutare il figlio di Dio, la vecchia rifiutò. Non appena si furono allontanati, tuttavia, se ne pentì, e, portando con sé un sacco di dolci come dono, cercò di raggiungerli.

La signora non riuscì a trovare i Magi né il sacro bambinello, ma bussò ad ogni porta e regalò un dolce ad ogni bambino che incontrava, nella speranza che, tra di loro, ci fosse proprio quel Gesù che non era riuscita a raggiungere.

In memoria di questo accadimento, conclude la favola, ogni 6 Gennaio la Befana porta dolci a tutti i bambini “buoni”, cioè quelli che seguono gli insegnamenti di Gesù.

Tra dolci e Carbone, felice Epifania!

Una città come Napoli, un luogo che ama l’esoterismo, le streghe ed anche la dea Diana non poteva che amare profondamente la festa della Befana. Ed adesso che ne conosciamo la storia e le origini, non ci resta che festeggiarla mangiando tutti i dolcetti che ci verranno donati e riempendo calze di doni e delizie per regalarle coloro a cui vogliamo più bene.

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