Ascoltando leggende e racconti narrati nella bella isola di Ischia, sembra proprio che le sue sponde siano state oscurate dall’ombra di più d’un drago.
Nessuno di loro è stato particolarmente gentile con la popolazione dell’isola ma, grazie all’opera di dei o di eroi, oggi non danno più fastidio – non c’è più magia, sull’isola, in questi anni così razionali: i draghi sono morti o addormentati e di loro ormai non rimane che qualche favola.
Questa settimana, #BussoLaLeggenda ve le racconta: ecco, dunque, la storia dei draghi di Ischia.
Il Drago che regge Ischia
Il primo drago di Ischia di cui si ha notizia era, in realtà, uno dei Titani: Tifeo.
Tifeo era un essere dalle membra enormi e dall’aspetto decisamente spaventoso: alto quanto una montagna, con grandissime ali da pipistrello e il dorso pieno di serpenti che ruggivano come leoni e ringhiavano come cani. Lui stesso non solo era definito come drago, ma ciascuna delle sue gambe era formata da due draghi attorcigliati, le cui teste sputavano fiamme. La barba di Tifeo era di fuoco, ed il suo nome significava infatti “fumo stupefacente“.
Ebbene, questo losco figuro, questo drago aberrante composto da draghi, non accettò di buon grado il fatto che gli altri titani fossero stati sconfitti da Zeus. Così, armato dalla madre Gea, iniziò a combattere contro il nuovo signore dell’Olimpo.
La battaglia durò anni e fu assai cruenta.
Talvolta pareva stesse per vincere Zeus, altre volte che la vittoria fosse di Tifeo; la verità era che i due sfidanti si eguagliavano in potenza. Tuttavia, ad un certo punto, quando Zeus riuscì a scagliare delle saette contro il drago, il dio ebbe la meglio.
Tifeo venne scagliato dalla forza del fulmine nel mare, e Zeus, per fermarlo, sollevò un’isola e la lanciò su di lui. L’isola schiacciò il titano, che per anni ha continuato a vivere lì sotto, fumando e schiumando di rabbia, dando vita ad eruzioni vulcanica ed altri simili fenomeni.
L’isola era, naturalmente, quella di Ischia: alcuni dicono che Tifeo sia ancora lì sotto, a reggerla. Secondo alcune leggende, dopo anni di rabbia, il Titano avrebbe capito il proprio torto e si sarebbe placato; secondo altri, invece, dopo tanto sputar fuoco e fumo si sarebbe semplicemente stancato ed, infine, addormentato.
Il corpo di un Drago
C’è un’altra leggenda che vede come protagonista un drago ischitano.
Era un drago assai primitivo, affamato e crudele: quando la sua ombra oscurava le città dell’isola tutti gridavano di terrore, cercando di fuggire. Il drago divorava gli abitanti di Ischia con gran gusto e, per loro, non c’era alcuna possibilità di scampare a questo triste destino.
Dopo anni, forse secoli durante i quali l’isola era stata alla mercé di questo drago disgraziato, venne un eroe. Alcuni dicono si trattasse di San Giorgio, altri che fosse un altro giovane; quale che fosse il suo nome, affrontò il terribile drago.
L’eroe ebbe successo, e colpì a morte il drago mentre era in volo. La terribile bestia precipitò rovinosamente sull’isola, il corpo che si squarciava in diversi frammenti. Le membra che cadevano sulla terra diedero nome alle parti dell’Isola – nomi che ancora oggi possiamo sentire, come, ad esempio, Panza o Testaccio.
I Draghi di Ischia
Ischia sembra essere dunque stata abitata a lungo dai draghi – purtroppo per loro, non sono mai stati ospiti graditi, ed hanno fatto una fine assai ingloriosa.
Nonostante il loro infausto destino, però, di loro si continua ancora oggi a parlare; e, ascoltando della loro forza e del terrore che incutevano agli ischitani, un brivido percorre anche le nostre schiene, dopo centinaia di anni.
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