Tutti noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare, almeno una volta nella vita, i deliziosi Biscotti di Castellammare di Stabia. I celebri e fragranti biscottini si consumano ovunque ed in qualsiasi periodo dell’anno. Ma conoscete la loro storia?
I fratelli Riccardi: una semplice e geniale invenzione
È un racconto di genialità e di segreti, di morti misteriose e di veleno. Tutto comincia a metà dell’ottocento, naturalmente a Castellammare di Stabia. Qui vivevano due fratelli, Francesco e Giovanni Riccardi, nati rispettivamente nel 1826 e nel 1830.
Giovanni produceva e vendeva delle gallette dalla forma rotonda, con grande successo; ma fu grazie a Francesco che venne creata la ricetta dei Biscotti di Castellammare – fu lui infatti a inventare i sigari, i tarallini e le freselle che avrebbero reso celebri i due fratelli ed il loro nome.
I biscotti ebbero un grande fortuna, e ben presto altri commercianti e panettieri cercarono di imitarli, ma senza successo. Il vero biscotto di Castellammare si riconosceva così: immerso nel latte, non si bagnava.
L’ingrediente Segreto dei Biscotti di Castellammare
L’attività dei due fratelli fu di grande successo, e, alla loro morte, avvenuta in circostanze che secondo i racconti popolari risultano assai misteriose, passò alle generazioni successive. Adesso tutto era gestito dalla figlia di Francesco, Donna Concetta. L’attività e il commercio fiorirono ulteriormente, e l’ingrediente segreto che rendeva i biscotti così deliziosi non venne mai svelato: dopo che l’impasto era stato lavorato, Donna Concetta faceva uscire tutti i lavoratori dai laboratori, e lei sola aggiungeva l’ingrediente misterioso.
Non l’avrebbe mai rivelato a nessuno, come ripeteva spesso; ma le cose andarono diversamente.
La morte velenosa di Donna Concetta
La morte di Donna Concetta fu la più terribile tra quelle che già avevano afflitto la famiglia Riccardi: pare che sia stata, infatti, avvelenata. Non si sa chi le abbia somministrato il veleno e nemmeno il motivo; le storie raccontate dal popolo dicono che i biscotti fossero maledetti, in quanto la donna aveva tenuto per sé ricetta ed ingredienti.
Solo allora, sul letto di morte, ad un passo dallo spirare, chiamò a sé il nipote Mariano e gli rivelò l’ingrediente segreto. Poco dopo, morì. Da quel momento in poi, l’attività fu gestita da Anna, figlia di Giovanni e madre di Mariano.
Ancora oggi, possiamo assaggiare il gusto dolce e particolare dei Biscotti di Castellammare. Chi avrebbe potuto immaginare che, dietro a dei biscotti così buoni, si celasse una storia di disgrazia, veleno, morte e maledizioni?
Non perderti gli altri articoli sui sapori leggendari della Campania. Ecco gli altri articoli di #BussoLaTavola:
-
La leggenda dei maccheroni napoletani e del mago che li creò
-
La mozzarella divina e la ninfa Baptì-Palìa
-
Il limone ed il Limoncello
-
Tra lacrime, lava e re peruviani il pomodorino del piennolo
-
La regale storia delle cozze
-
Il mistero della pasta alla genovese
-
Lacryma Christi, da dove deriva il suo nome?
-
La torta caprese, ovvero la storia fortunata d’una torta sbagliata
-
Storia dei taralli e di un tarallaro
-
Il fantasma delle sfogliatelle
-
Le graffe e le zeppole di San Giuseppe
-
Il torrone dei morti
-
I Divinamore e le paste reali
-
Tra baffi e re, i Mustacciuoli
-
Gli antichi Susamielli
-
I Raffioli, i ravioli dolci di Napoli
-
La rotonda storia degli Struffoli
-
Roccocò, i dolci dell’Immacolata
-
Tra peccati mortali e animali parlanti, il Capitone
-
Ecco perché si mangiano le Lenticchie a Capodanno
-
La prima Pastiera Napoletana
–
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!