Martedì 28 gennaio 2020 la cappella Sansevero ha aperto le sue porte per presentare la nuova acquisizione del Museo, in anteprima per la stampa.
La particolare atmosfera che si respira di solito tra i vicoli di Napoli, stamattina era ancor più frizzante in via Francesco De Santis, nelle vicinanze di piazza San Domenico Maggiore. La storica cappella Sansevero ha aperto le sue porte ai giornalisti per presentare la nuova acquisizione del Museo.
La cappella, si sa, funge da “scrigno” per una delle sculture che da sempre affascina gli appassionati di arte e non: il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Attigua al palazzo dei principi di Sansevero, la cappella ospita anche altre due particolarissime sculture: la Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo.
Nella cavea sotterranea della cappella Sansevero sono oggi conservate anche le famose Macchine anatomiche, ovvero scheletri di uomo e donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro.
Dal 30 gennaio 2020, con l’iniziativa “Buon compleanno principe!” entrerà nella collezione un ritratto di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, in occasione dei 310 anni dalla sua nascita. Autore del quadro è il pittore napoletano Francesco De Mura (Napoli, 1696 – 1782), erede artistico di Francesco Solimena. La corrente barocca della quale il pittore faceva parte è perfettamente in linea con lo stile architettonico della cappella Sansevero.
Il nuovo acquisto del Museo Cappella Sansevero
Fabrizio Masucci, direttore del Museo Cappella Sansevero, ha esordito manifestando il suo entusiasmo per il nuovo acquisto. Infatti sono davvero rare le opere legate direttamente all’attività mecenatesca del principe Raimondo di Sangro e il suo ritratto è una di queste. Esso proviene dal mercato antiquario madrileno, databile intorno al 1750 ed è stato acquistato dalla Galleria Porcini di Napoli.
A presentare il quadro ai presenti è stato Giuseppe Porzio, professore di storia dell’arte moderna dell’Università Orientale di Napoli e esperto dell’arte del XVIII secolo. Lo studioso ha brevemente esposto i motivi per cui si è certi che il protagonista dell’olio su tela sia proprio Raimondo di Sangro.
L’identificazione si basa su alcuni tratti del viso, riscontrabili anche nei due ritratti già noti del principe. Il primo è l’incisione ad acquaforte di Ferdinando Vacca, databile tra il 1747 e il 1750. Il secondo è il dipinto su rame di Carlo Amalfi, più tardo di circa vent’anni. Quest’ultimo ritrae un Raimondo di Sangro quasi malinconico. Tale malinconia però va a contrastare l’esuberante vitalità che emerge dal quadro appena acquistato dalla cappella Sansevero.
Anche altri sono gli elementi che permettono l’identificazione. La fascia rossa che scende dalla spalla destra e il ricco manto che avvolge la figura sono insegne dell’Ordine di San Gennaro, prestigiosa onorificenza conferita al principe nel 1740. Il codino, il bastone di comando e l’armatura sono invece simboli del rango di capitano che il principe occupò in quanto protagonista della battaglia di Velletri del 1743.
Insomma con l’acquisizione del Ritratto di Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero torna finalmente a casa, stavolta per restarci.
L’iniziativa “Buon Compleanno principe” del 30 gennaio prevederà dunque l’entrata ufficiale del quadro nella collezione e l’ingresso dei visitatori al Museo ad un prezzo ridotto. Non resta che approfittarne e “festeggiare il ritorno a casa” di una figura da sempre avvolta in un alone di fascino e mistero!
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