Zulema Scotto Lavina è il giovane talento nostrano alle prese con il nuovo adattamento de “La Sirenetta”.
Zulema ha soli 22 anni e vive a Bacoli, ma il suo stile grafico ha conquistato il famoso marchio Disney, che le affiderà l’adattamento de “La Sirenetta”, di cui di recente si è celebrato il trentennale.
La pellicola, amatissima ieri come oggi, ha decretato la fine di un lungo periodo di crisi per la Disney per cui questo lungometraggio animato è carico di valore sentimentale per il pubblico e per il brand.
La piccola Ariel è una delle principesse più popolari, che con il suo design ha incantato generazioni di spettatori dagli anni ’80 ad ora.
La scoperta del talento
Da sempre appassionata al disegno, la giovane artista ha frequentato due scuole di disegno a Napoli: l’internazionale di Comics e l’italiana di Comix, diretta da Mario Punzo.
Dopo aver studiato la narrazione visiva ha dedicato parte della sua formazione alla colorazione digitale, guidata da Andrea Scoppetta. Ed è grazie a un geniale mix di professori, artisti ed editori napoletani che è riuscita a conquistare l’America. Con la mediazione da parte di un’agenzia di servizi editoriali campana, Arancia Studio, è infine arrivato il suo debutto.
Disney’s The Little Mermaid
E’ una produzione di sessantadue pagine suddivisa in tre albi, di cui l’ultimo in uscita tra gennaio e febbraio. A realizzarne la sceneggiatura, la scrittrice Cecil Castellucci, vincitrice di uno Joe Shuster Award (il più importante riconoscimento canadese dedicato ai fumetti) e famosa oltreoceano per i suoi romanzi rivolti a un pubblico young adult. Le tavole della disegnatrice vengono poi affidate alla tavolozza di Piky Hamilton, colorista cresciuta in provincia di Salerno.
“’La Sirenetta’ è un pezzo fondamentale della mia infanzia e della mia esistenza, una storia con cui sono cresciuta e che ho amato profondamente. Ricordo perfettamente come da bambina passassi le ore a disegnare Ariel e a cantarne le canzoni. Quando mi sono messa al lavoro avevo di fronte una responsabilità non solo nei confronti degli editori e del pubblico, ma anche della me bambina.”