La banda si avvaleva di tir, gru e specialisti assoldati per i suoi colpi
La notte del 22 Novembre scorso è andata in scena un’audace rapina alla banca Unicredit di Aversa ad opera di quella che è stata definita una gang paramilitare; quella notte, infatti, i rapinatori hanno bloccato per circa 10 minuti tutte le strade , in entrata e in uscita, del centro città; migliaia di persone sono state inconsapevolmente bloccate in casa, prigioniere di una banda di circa 20 persone. E cosi la gang, dopo aver isolato l’area con dei tir, ha potuto indisturbatamente sradicare l’armadio blindato della banca. All’interno vi erano 94 cassette di sicurezza dal contenuto di valore. Mezzo milione di euro, 80 lingotti d’oro, una collezione di pregiati Rolex, gioielli di antica fattura, titoli; è solo parte di quanto hanno sottratto quella notte.
Il raid
Giovedì scorso 8 membri della banda sono finiti in manette per il sovra citato furto e per quello avvenuto il 19 settembre alla Banca di credito popolare di Acerra.
Tra i suoi componenti si configurano “specialisti” assoldati dalla banda stessa in quanto esperti in questo genere di assalti; il procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, non a caso, ha definito i raid “paramilitari“.
La gang paramilitare, dunque, per depredare la banca di Aversa si è avvalsa di 7 tir e 3 auto, ha sradicato la parete di vetro della banca e ha strappato dal muro l’armadio blindato, il tutto in soli 10 minuti. Un colpo audacissimo, degno dei migliori film di genere; ma un fatale errore gli ha smascherati e ha permesso di risalire a loro. Dai video acquisiti dalle telecamere per rilevare le targhe dei mezzi impiegati è emerso che una macchina e un tir risultavano rubati alla stessa persona che aveva denunciato il furto il giorno prima; l’uomo si è poi rivelato essere uno dei componenti della banda.
Indagini e arresti
La indagini della squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Davide Corazzini, ha portato alla luce la verità: i furti degli automezzi erano simulati. E cosi l’autotrasportatore di San Marzano sul Sarno titolare dei veicoli, Gerardo Migliano, è stato sottoposto a capillari controlli. Tramite l’uomo le indagini hanno consentito di sgominare l’intera banda e di sventare il prossimo colpo che stavano organizzando.
L’operazione è il frutto della collaborazione tra vari reparti: la Mobile di Caserta, la Mobile di Napoli e la compagnia dei Carabinieri di Castello di Cisterna.
Sottoposti al fermo, oltre a Migliano, Giuseppe Perna, 50 anni, e Giuseppe La Barbera, 40, entrambi di Casalnuovo. Scattate le manette anche per Michele Gallinaro, 56 anni, di Caivano, Francesco Tondi, 46 anni, di Pomigliano d’Arco e il fratello Paolo, di 45 anni. Gli ultimi due membri arrestati sono invece Alfredo Botta, 54 anni, di Somma Vesuviana, e Giovanni Borrelli, 43, di Casoria.
Secondo gli inquirenti almeno altre dieci persone sarebbero coinvolte nelle rapine.
Il raid ad Afragola
Un mese prima era stata tentata una rapina ad Afragola con modus operandi simile. Il raid tuttavia fallì per la presenza di una guardia giurata nella banca e il cedimento del braccio meccanico della gru sotto il peso del caveau. Anche in quel caso l’obiettivo erano le cassette di sicurezza.
Sebbene il modus operandi fosse simile a quello della gang paramilitare, gli inquirenti non hanno contestato questo raid agli 8 arrestati; è stato tuttavia accertato che la banda si stesse preparando per colpire ancora.
La Procura di Napoli Nord ha quindi deciso di emettere i fermi d’urgenza poi convalidati dai vari gip competenti nei giorni scorsi.
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