venerdì, Novembre 22, 2024
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Novak Djokovic, l’Imperatore d’Australia

Con l’ottava vittoria su otto finali il serbo si porta a 17 titoli dello slam e riprende la vetta della classifica mondiale

 

Con questo Australian Open iniziava per il mondo del tennis un nuovo decennio, dove moltissimi fan e addetti ai lavori credono possa esserci l’ascesa della tanto attesa Next Gen, il nuovo che avanza.

In finale difatti si è presentato il giovane Thiem con alle spalle una finale al Roland Garros con Nadal e la voglia di essere il primo nato negli anni ’90 a potersi fregiare del titolo di campione di uno slam.

Eppure, nonostante ci sia andato davvero vicino, anche questa volta l’appuntamento è stato rimandato, e la colpa è come sempre di uno di quei 3 vecchietti malefici che non vogliono saperne proprio nulla di lasciare qualcosa alla giovane concorrenza.

Per l’ottava volta dunque, su altrettante finali, il campione degli Australian Open è il fenomenale Novak Djokovic, ormai l’indiscusso padrone della terra dei canguri distaccando di due lunghezze Roger Federer, tra l’altro sconfitto in semifinale anche in questa occasione.

Il campione serbo ha avuto non poche difficoltà per avere la meglio del giovane austriaco, riuscito ad issarsi fino a guidare 2 set ad 1 ed avere la chance per il break anche nel quarto set, salvata da un Nole che pareva in affanno e pronto alla resa.

Il momento della svolta del match è stato forse il Medical Time Out chiesto dal serbo che era parso in difficoltà fisica, come poi da lui stesso confermato, che dopo uno stop and go nello spogliatoio è ripartito forte prendendo sempre più le redini del match fino alla resa del numero 5 del mondo.

L’episodio ha fatto arrabbiare non poco Thiem, che invano ha chiesto al giudice di sedia delucidazioni e di far velocizzare le operazioni al campione in carica, finendo per cadere nella trappola serba perdendo attenzione e lucidità, pagate care alla ripresa del match.

La finale è stata dunque protratta al quinto set dove Nole è apparso in comando e pronto da un momento all’altro per sferrare il colpo decisivo al crollo austriaco, riuscendo poi a condurre in porto il set e quindi la partita senza dare troppe chance ad un Thiem comunque fantastico e molto audace.

L’austriaco può dunque consolarsi con la prima finale slam lontano dal rosso e con prospettive ottime per il resto della stagione, corroborate dal best ranking di numero 4 del mondo e da un torneo in cui ha saputo crescere partita dopo partita e battere il numero 1 del mondo prima di questo torneo, Rafa Nadal.

Il torneo di Dominich può assolutamente essere considerato di altissimo livello, battere Nadal e Djokovic nel medesimo torneo è forse impresa improba e lui è andato davvero ad un passo dal farcela, perdendosi forse sul più bello proprio come Federer a Wimbledon, vicino alla medesima impresa.

Probabilmente la tensione mentale di una doppia sfida di questo livello è difficile da poter sostenere, e proprio sul piano mentale è arrivata la svolta della finale.

Djokovic dopo due set costantemente in apnea ha saputo trovare nuovo brio e a costringere i potenti colpi dell’avversario sempre più al limite fino a quando gli errori non sono cominciati ad aumentare troppo.

Il serbo ha vinto un torneo con diversi alti e bassi tra semifinale e finale dove però ha saputo mostrare come nei momenti decisivi la sua tempra da campione sia difficilmente intaccabile.

Se infatti il suo tennis non è apparso continuo e chirurgico come sempre, le sue partite hanno sempre dato l’impressione che la mente del campione serbo potesse aiutarlo a determinare i momenti chiave, che in match tanto tesi ed equilibrati sono i veri momenti di svolta tra la gloria e la sconfitta.

Gloria che ormai è tutta del numero 1, capace di issarsi su vette incredibili fino a poco tempo fa, riuscendo a dominare gli slam a 32 anni compiuti e dimostrando una brillantezza fisica e mentale che può far ben sperare sulle sue chance di proseguire, almeno per questo 2020 come assoluto favorito con buona pace dei competitors e soprattutto dei giovani.

Djokovic giunge quindi a 17 slam, a sole 3 lunghezze dal record di Federer, ormai sempre più traballante sotto gli attacchi dei due rivali di sempre ormai giunti a tiro dello svizzero.

Il torneo dello campione di Basilea è stato un susseguirsi di passeggiate al limite del baratro, con un sali scendi di emozioni davvero incredibili.

Iniziando dal terzo turno fino alla semifinale, il 6 volte campione ha messo a dura prova i cuori di tutti i suoi fan con un susseguirsi di match al cardiopalmo, soprattutto contro Millman dove nel tie break del quinto set pareva ormai spacciato trovandosi sotto 8-4, prima di un incredibile rimonta fino al 10-8 finale. Non era tuttavia finita qui, anzi, il meglio doveva ancora arrivare con la folle partita contro l’americano Tennys Sandrgren, il giustiziere dei nostri Fognini e Berrettini.

L’americano infatti è riuscito a guadagnarsi ben 7 volte la palla per vincere il match, senza tuttavia riuscire mai ad assestare il colpo decisivo e patendo quindi la rimonta di un Federer palesemente acciaccato dalla fine del primo set ma con un cuore indomito e l’animo del campione senza tempo.

Cuore ed anima sono le uniche cose con le quali lo svizzero si è presentato al cospetto di un Djokovic conscio della situazione fisica dell’avversario, tanto da riconoscere la grandezza dell’otto volte campione di Wimbledon, capace di andare anche ad 1 solo punto dal vincere il primo set e magari girare la partita, che invece si è definitivamente consegnata nelle mani del serbo.

L’altro semifinalista invece è parso in grandissima crescita, infatti Alexander Zverev, nonostante la sconfitta con Thiem può dirsi assolutamente soddisfatto di quanto mostrato in terra Aussie dove ha raggiunto la sua prima semifinale slam e dove per la prima volta è parso a suo agio nei tornei dello slam dopo le già ottime prestazioni fornite tra master 1000 ed ATP finals.

Tra i 4 migliori del torneo non è invece giunto Rafa Nadal, partito con i favori del pronostico nella parte alta del tabellone che ha però come detto lasciato il passo ad un formidabile Thiem, seppur anche in questo caso l’indomito maiorchino abbia lottato strenuamente, costringendo l’austriaco a 3 durissimi tie break e 4 set tiratissimi ed estremamente equilibrati.

Se forse Nadal può essere considerato il primo tra i delusi, sicuramente possiamo annoverare tra questi Medvedev e Tsisipas, sulle quali pendevano probabilmente le maggiori speranze della next gen, malamente naufragate, forse sotto i colpi della pressione, forse su uno stato di forma non apparso ancora eccellente, costandogli un eliminazione precoce e non certo nei pronostici.

Certamente ci si attendeva di più dai due next Gen più quotati ma non meglio è andato il torneo del nostro giovane, quel Matteo Berrettini, numero 8 del mondo, che ha salutato il torneo australiano al secondo turno, contro quella che a tutti gli effetti si è dimostrata la rivelazione del torneo, Tennys Sandgren, che con il senno di poi rende più comprensibile la sconfitta tanto di Matteo quanto successivamente di Fognini, issatosi dal baratro del primo match sotto di 2 set fino ad un ottavo lottato contro l’americano.

Seppur autore di un grande torneo, quasi capace di eliminare Federer, l’americano Sandgren rappresenta quel tipo di giocatori che se vorrà essere uno stabile top-10, Matteo dovrà imparare a gestire anche se in un momento di esaltazione tennistica.

Gli italiani in generale possono dunque sorridere a metà, con un Fognini che comunque ha dato grande prova di carattere rimontando un match che pareva ormai perso con Opelka e che invece ha ripreso grazie anche alla seconda chance datagli dalla pioggia.

Anche il nostro araldo più anziano, Seppi può dirsi soddisfatto, fermato al quinto set da un ottimo Wawrinka, e da Sinner, riuscito a lanciarsi fino al secondo turno, non certo poco per un giovanissimo alle prime armi.

Si chiude dunque il sipario sul primo Slam dell’anno, lasciandoci quindi nelle mani del nuovo numero 1 del mondo Novak Djokovic e di tante domande interessanti a cui dare risposta, dal se i next Gen riusciranno finalmente a spezzare il dominio dei 3 marziani, se Nadal riuscirà a raggiungere a quota 20 slam Federer, se quest’ultimo sarà capace di sollevare ancora una coppa dei 4 major e tanto altro ancora.

Come fare a conoscere le risposte a queste domande? Goderci questo 2020 di tennis e vedere cosa accadrà!

 

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