When the rain stops falling è uno spettacolo teatrale di Andrew Bovell, che andrà in scena al teatro Bellini dall’11 al 16 Febbraio con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli.
When the rain stops falling: un affresco familiare dolce e terribile
La messa in scena è un affresco familiare che lascerà nello spettatore un segno profondo che perdurerà nel tempo – tempo che, insieme alle famiglie York e Law, è a tutti gli effetti uno dei protagonisti della narrazione. Sarà impossibile, usciti da teatro, impedire ai propri pensieri di ritornare continuamente ai destini delle due famiglie, intrecciati in modi contempo dolci, morbosi e terribili.
When the rain stops falling è il racconto di una famiglia, di fatalità che sgomentano, di amore e di orrore – che vanno crudelmente a braccetto: una storia incisiva, perturbante ed irrinunciabile.
Una storia che cade dal cielo, come la pioggia
Cade la pioggia, un uomo grida; una donna cade. Un pesce cade dal cielo, inspiegabilmente: così inizia lo spettacolo.
Nel 2039, un uomo – Gabriel York – deve incontrare suo figlio – Andrew Price – che non vede oramai da anni.
Non sa nemmeno che aspetto abbia, cosa faccia per vivere: lo ha abbandonato quando era piccolo, insieme alla madre, perché fare il padre … non faceva per lui. Ma poi, un venerdì, suo figlio alza la cornetta del telefono e lo chiama e lui, alla fine, dopo qualche titubanza lo invita nella propria casa.
Gabriel è un uomo tormentato: il ritratto dipinto dalle azioni che ha compiuto nel corso della sua vita non è lusinghiero. E’ consapevole del fatto che la sua sia un’esistenza miserabile, per questo si pente subito di aver invitato il proprio figlio nella propria casa.
Non ha nemmeno i soldi per comprare un pasto decente e per questo, quando esce in strada sotto la pioggia torrenziale, grida per la desolazione della propria vita, per la frustrazione: ed è proprio allora che un pesce – che nel 2039 è un alimento impossibile da consumare, in quanto i pesci come quello si sono estinti anni prima – gli cade davanti ai piedi, dal cielo, come un dono divino.
Un segreto che striscia come un serpente
Così inizia la narrazione di questa storia complessa, le cui vicende intricate sono così appassionanti da non avere niente da invidiare ad un giallo, o a un noir: c’è un segreto sul palcoscenico, che striscia come un serpente tra i piedi e le vite dei protagonisti, che ne morde i cuori e le menti, spezzandole, ma che unisce i fili di tutta la storia – e sta a noi svelarlo, comprenderlo e sopportarne il peso.
Tutto, anche le cose più inspiegabili, ha un senso – persino un pesce che cade dal cielo. Si tratta di un viaggio onirico, dove tutto proprio come nei sogni ha una spiegazione, è simbolo di qualcosa – tutto è allusione e ripetizione.
Assistere a questo spettacolo significa infilare il naso nelle vicende di tutti gli uomini e le donne che hanno portato a questi due protagonisti, il miserabile Gabriel ed il misterioso Andrew – che non abbiamo ancora visto calcare il palco. E, alla fine della messa in scena, conosceremo Andrew e Gabriel meglio di loro stessi.
Una memoria collettiva e familiare
I protagonisti di questo spettacolo sono i membri delle famiglie York e Law. Li incontreremo e conosceremo in diversi momenti della loro vita: giovani e anziani, spensierati e disperati, innamorati e colmi d’orrore e amarezza.
Una delle scene più belle e più riuscite di tutto lo spettacolo è quella in cui tutti i personaggi – in ogni loro sfaccettatura ed alter ego, contempo vecchi e giovani sul palco, come cristallizzati nella narrazione della memoria – si muovono in una stanza, compiendo inconsapevolmente sempre le stesse gestualità: è un giorno di pioggia, entrano in casa, si tolgono cappello, impermeabile, ombrello e vanno alla finestra a guardare la pioggia che cade inesorabilmente; vanno vicino a dei fornelli, sul quale c’è una pentola dove bolle una zuppa di pesce, ne prendono una ciotola e la consumano da soli, seduti ad un tavolo.
Sono tutti presenti nella stanza, eccetto Andrew e Gabriel, ma lo sono in momenti diversi del tempo, uniti solo da una sorta di collettiva memoria familiare; mangiano tutti lo stesso pasto, ma mai insieme e sempre in silenzio. La pioggia cade, ineluttabile come il destino.
Lo spettatore – che ancora non conosce bene i personaggi e i loro nomi – è frastornato, viene investito da quella sequela di nomi mentre la voce narrante li annuncia. Elizabeth , Henry, Gabriel, Gabrielle, Joe: tutti insieme affollano il palco e l’eco delle loro vite si manifesta nel passato, nel presente e nel futuro.
Tra passato e futuro, emozioni che si ripetono
Nel corso delle scene che seguiranno, i personaggi ripeteranno, senza neanche sapere perché, delle espressioni, delle azioni, delle preferenze; l’identità di questa famiglia viene rappresentata attraverso un lessico familiare fatto di espressioni, modi di dire e gusti tramandate di generazione in generazione. L’origine ed il senso primordiale di questi elementi viene perduto e riscoperto continuamente. Tra passato e futuro si ripetono emozioni e malinconie che i personaggi non comprendono ma che ne dipingono inesorabilmente l’essenza.
Non conosciamo mai del tutto la storia della nostra famiglia, ma tutte le storie di famiglia che hanno portato fino a noi, alla nostra nascita ed alla nostra contribuiscono a renderci ciò che siamo, anche se noi non lo sappiamo e non possiamo rendercene conto.
Ladro del futuro
Ognuna delle esistenze dei protagonisti di questo splendido dramma familiare è tesa al superamento di un trauma, d’un dolore così intenso da aver consumato, come fosse una ferita necrotica, il futuro ed il destino di tutta la famiglia e delle generazioni future.
L’orrore che si manifesterà nel corso dello spettacolo sarà accusato a gran voce, ed a ragione, di essere un ladro, di aver derubato i propri figli del futuro: ed a nulla varranno i tentativi dei personaggi di silenziare l’insopportabile verità – non è tacendo e nascondendo che il dolore può essere superato, l’unica risoluzione possibile sarà quella di affrontare la verità, anche se porterà ad altro dolore ed altre lacrime: solo allora la storia smetterà di ripetersi e le ferite potranno rimarginarsi.
La chiusura del cerchio: ha smesso di piovere
Durante lo spettacolo, sul palco cadono dal cielo oggetti di diversa natura: un pesce che ha il sapore del passato; una freccia ornata di fiori che porta il profumo di un terribile lutto; della neve, dolce e leggera, che ha la soavità della speranza.
Tutto scorre sempre uguale e sempre diverso attraverso le vite di questi protagonisti, di generazione in generazione, fin quando qualcosa non cambia – quando la memoria viene riconsegnata ad un ragazzo, quando il bagaglio di dolore e amore viene riconsegnato ad un uomo che può finalmente decifrarne il senso, quando ad una persona viene finalmente concessa la capacità della comprensione – e non necessariamente del perdono – questo circolo di dannazione si chiude, e la memoria familiare finalmente può guarire.
Il cerchio si chiuderà, in un modo o nell’altro, quando finalmente smetterà di piovere e sorgerà di nuovo il sole, con la promessa di una vita diversa e libera dai mostri del passato – ma non dai fantasmi, perché guarire non significa mai negare o dimenticare.
When the rain stops falling
When the rain stops falling è uno spettacolo bellissimo e caldamente consigliato.
Andrà in scena al Teatro Bellini dall’11 al 16 Febbraio: non lasciatevi sfuggire l’occasione di assistere a questo spettacolo perturbante, commovente ed indimenticabile.
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