‘a Jatta pe’ i’ ‘e pressa facette ‘e figlie cecate / La gatta per la fretta fece i gattini ciechi.
Oggi, 17 Febbraio, è la giornata internazionale del Gatto.
Il Gatto è una figura molto amata dai napoletani e dai campani – d’altro canto ormai lo sappiamo, questa è una terra di streghe ed i gatti sono da sempre i loro famigli e fidi aiutanti – e li ritroviamo spesso nelle allegorie e nei modi di dire di questo territorio.
C’è un detto napoletano particolarmente celebre riguardante i nostri amici felini: ‘a Jatta pe’ i’ ‘e pressa facette ‘e figlie cecate / La gatta per la fretta fece i gattini ciechi.
Sicuramente l’avrete sentito dire, almeno una volta nella vita: ma sapete perché si dice così? In onore della giornata dedicata ai nostri amici a quattro zampe, #BussoLaLingua ve lo spiega.
‘a Jatta pe’ i’ ‘e pressa facette ‘e figlie cecate
Questo è un proverbio che invita a non aver fretta.
La fretta in molte culture è indicata come cattiva consigliera, ma a Napoli è considerata spesso come un vero e proprio peccato capitale: chi ha fretta non riesce ad assaporare il vero gusto di atmosfere, amicizie ed incontri.
Guardare continuamente l’orologio inquina il buon vivere e rende amare le giornate, oltre a farci prendere spesso scelte sbagliate.
L’espressione la gatta per la fretta fece i gattini ciechi vuol significare proprio questo: se non si permette alle cose ed alle decisioni di maturare con la giusta calma e senza “pressa” le conseguenze spesso saranno nefaste, per noi e per gli altri.
Un gatto cieco, d’altro canto, in strada ha vita breve; meglio fare le cose per bene, aspettare un po’ di più e non rischiare di sbagliare.
I gattini ciechi
Il detto si basa in effetti su una realtà biologica: chiunque abbia avuto un gatto può infatti confermare che, all’inizio, i gattini sono davvero ciechi.
Quando nascono i gatti – come i cuccioli di molte altre specie – hanno gli occhi chiusi ed i sensi non completamente sviluppati; sarà solo intorno al nono-decimo giorno d’età che apriranno gli occhi.
… anche se in Grecia parlava di cani
L’antenato di questo modo di dire proviene dalla Grecia; ciò che difficilmente riuscireste ad immaginare, però, è che invece di gatti si parlava di cani.
Ancora oggi, in alcune zone della Grecia ed alcuni paesi europei si usa dire “la cagna frettolosa fa i figli ciechi“: il senso è il medesimo del detto partenopeo; la fretta è, in effetti, cattiva consigliera a qualsiasi latitudine.
Non ci resta dunque che seguire il consiglio di quest’espressione antica e carica di saggezza, e fare le cose con calma senza lasciarci prendere dalla frettolosità: le cose fatte e scelte con lentezza sono sempre le migliori.
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