Il ministro Manfredi punta allo stop della fuga di giovani da Napoli.
Il ministro Gaetano Manfredi, ex rettore dell’università Federico II di Napoli, è a lavoro al ministero dell’Università e della Ricerca da poco più di due mesi, in collaborazione con il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La loro è la prima prova dello sdoppiamento del ministero, pensata per rispondere alle eccessive problematiche di cui soffre il nostro Paese in quest’ambito.
Il procuratore Giovanni Melillo, intervenendo a un incontro di “VivoaNapoli”, ha lanciato l’allarme sullo spopolamento del Sud:
“Sono preoccupato per le sorti di Napoli perché i giovani migliori vanno via. Il rischio è che rimangano i peggiori”.
Manfredi si pronuncia contro la fuga dei giovani dalla città di Napoli e dal Mezzogiorno e afferma che la politica deve assumersi la sua responsabilità, ma la società civile non può limitarsi a manifestare il suo disagio, deve fare uno scatto in avanti.
Alla domanda sul quotidiano La Repubblica su come sia possibile frenare questa emorragia di talenti, afferma:
“Ci sono varie leve. La prima è la creazione di opportunità di lavoro qualificate. I giovani migliori si trattengono se possono scommettere sulle loro aspirazioni. È indispensabile riaffermare la meritocrazia. Chi è bravo, deve essere premiato. Le derive familistiche rappresentano storicamente una delle palle al piede più pesanti per il Mezzogiorno”.
E la politica deve intervenire così:
“Il Mezzogiorno deve ritrovare centralità nelle scelte di governo. Per troppi anni è stato tenuto ai margini delle iniziative strategiche più importanti. Mi riferisco, ad esempio, anche alle aziende partecipate statali, che dovrebbero assumere una funzione di equilibrio. Ma il discorso vale naturalmente per interventi a favore dello sviluppo industriale e di tutto quanto può garantire le condizioni ideali per gli investimenti”.
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