“Orgoglio e Pregiudizio” di Cirillo è la pièce che non ti aspetti. Primo adattamento teatrale italiano del romanzo della Austen, è in scena al Mercadante fino al 1 marzo. Ecco la recensione.
Arturo Cirillo si confronta con la regia di un classico della letteratura inglese, e porta in scena, per la seconda volta a Napoli, Orgoglio e Pregiudizio, un singolare omaggio al celebre romanzo di Jane Austen. Primo adattamento teatrale italiano dell’opera, a cura di Antonio Piccolo, lo spettacolo ritorna al Mercadante, dopo il debutto dello scorso luglio al Napoli Teatro Festival.
Orgoglio e Pregiudizio
Non era per niente facile. Accostarsi a un grande classico della narrativa con un adattamento teatrale (105 min.) è un progetto di per sé ambizioso. Bisogna fare i conti, in primo luogo, con i tempi del teatro, che sono molto diversi da quelli del romanzo. E poi c’è bisogno di un grande lavoro per realizzare qualcosa che crei ancora stupore agli occhi degli spettatori, accomodati per farsi raccontare – probabilmente per l’ennesima volta – la storia di Elizabeth Bennet e Mr. Darcy.
Dunque, è naturale chiedersi: abbiamo bisogno di una versione teatrale italiana per questo capolavoro della letteratura inglese? La risposta è: sì. Perché non si tratta di una mera trasposizione del romanzo – come potrebbe esserlo, d’altronde?
La commedia di Cirillo è spettacolo d’intrattenimento. Una pièce che propone un’interpretazione originale dell’opera più celebre della Austen, una rilettura in chiave comica, farsesca, a tratti grottesca che prende chiaramente spunto dalla commedia dell’arte – si fa riferimento persino a Pulcinella. Espressione della commedia all’italiana, piuttosto che della letteratura vittoriana – potremmo azzardare –, questo spettacolo fa ridere genuinamente il pubblico. A questo proposito entra in gioco il colore locale che la pièce esprime attraverso un brillante uso delle musiche originali (Francesco De Melis), dal ritmo coinvolgente, e di espressioni e gestualità tutte italiane.
E bisogna dire che l’opera della Austen si presta – quasi inaspettatamente – bene ad una sua teatralizzazione. Merito, questo, soprattutto dell’adattamento e della regia. Insomma, senza dubbio un esperimento riuscito, questa prima riduzione teatrale italiana di Orgoglio e Pregiudizio.
L’originalità della scena
L’originalità della pièce prodotta da Marche Teatro e Teatro Stabile di Napoli emerge anche nella scenografia. La rappresentazione è comicamente dinamica e la scenografia è l’effetto di un gioco di riflessioni e di rifrazioni, grazie alla presenza degli enormi specchi che la riempiono. Sfondando i limiti del palcoscenico, questi creano nuovi spazi e ambienti, riflettono e moltiplicano, ampliano i confini della mente.
La storia rappresentata rispecchia i tempi e gli spazi teatrali. Perciò, pur restando fedele in linea di massima alla fonte, la trama ruota intorno agli eventi cruciali del romanzo. Si preferisce rielaborare, adattare in modo originale e, in alcuni casi, fare (necessario) ricorso all’ellissi. Scelta che si rivela molto efficace ai fini della rappresentazione, sebbene gli amanti della Austen corrano il rischio di storcere a volte il naso.
Le dinamiche tra i personaggi in scena sono esilaranti; il ritmo della storia è talvolta frenetico; i dialoghi, spesso incisivi e serrati, si susseguono velocemente. La vivacità linguistica trova grande spazio nei momenti di conversazione, e l’interpretazione è supportata dall’astuzia tipica dei dialoghi della Austen, che Antonio Piccolo adatta sapientemente, mantenendone il contenuto saliente, e che Antonio Cirillo dirige con ironia.
Un’interpretazione esilarante dei personaggi
“È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie”.
La scena si apre con Arturo Cirillo, nei panni del signor Bennet, il quale, recitando questa celebre introduzione, conferisce già quel tono di umorismo e comicità che caratterizzerà i personaggi e l’intera performance.
Spesso capita di sentire i personaggi della letteratura del passato distanti, necessariamente diversi da noi perché appartenenti a un’altra epoca. A colmare questo gap arriva il teatro. Infatti, i personaggi sono contestualizzabili in una realtà che definiremmo chiaramente ottocentesca – se non altro per i costumi (Gianluca Falaschi), tuttavia in questo caso immancabilmente appariscenti e dai colori sgargianti –, ma straordinariamente attuale per la verve tutta contemporanea. Cirillo gioca con i personaggi in scena proprio come la Austen si prende gioco nel suo romanzo.
Caratteri esaltati, spassosi, gradevoli pur nella loro – talvolta marcata – ridicolezza. Questa versione di Orgoglio e Pregiudizio mette in risalto i tratti distintivi dei personaggi, enfatizzandoli, però, quasi fino all’estremizzazione.
Ritroviamo l’ingenua e innocente Jane (Sara Putignano); Elizabeth (Valentina Picello), giovane impertinente, arguta e orgogliosa; il sarcastico e cinico signor Bennet (Arturo Cirillo); la signora Bennet (Alessandra De Santis), con il suo comportamento socialmente inappropriato, eppure dalla vivacità e dall’esuberanza trascinanti; Caroline, superficiale e volubile sorella di Bingley (Giulia Trippetta); Bingley (Giacomo Vigentini), dall’animo gentile e amichevole; Darcy (Riccardo Buffonini), arrogante e orgoglioso, ma reso più vivace in questa interpretazione; Charlotte (di nuovo Giulia Trippetta), in cerca di un matrimonio che possa ‘sistemarla’ in società; il reverendo Collins (Rosario Giglio), personaggio importuno e imbarazzante, per questo divertente; infine, Lady Catherine De Bourgh, personaggio sorprendente grazie alla brillante interpretazione di Arturo Cirillo.
Un plus della rappresentazione
Un elemento distintivo della rappresentazione è proprio la performance dello stesso Cirillo, che non si accontenta di essere regista e interprete del signor Bennet, ma ci dona anche una brillante interpretazione di Lady Catherine, superba, altezzosa, e arrogante zia di Darcy.
Se il personaggio del signor Bennet è di per sé sarcastico e, dunque, la sua rappresentazione risulta in linea con le nostre aspettative, è da Lady Catherine che restiamo completamente sconvolti. Oltre alla potenza linguistica delle sue battute, basata anche sull’eredità della Austen, Cirillo ci regala una performance sbalorditiva che non può non suscitare la forte partecipazione del pubblico (e le sue risate!). Incredibile come riusciamo a ridere di uno dei personaggi più distaccati raccontati dalla Austen, il quale, trasposto in chiave comica, diventa fonte inesauribile di autentico intrattenimento.
Oltre i limiti del romanzo
Grazie alle loro interpretazioni, gli attori riescono ad arrivare là dove il romanzo a volte non riesce. Fanno un uso sapiente della gestualità, della mimica e della voce, riuscendo a fornire un’interpretazione originale, che non ci saremmo aspettati. Il quid del mettere in scena un’opera narrativa risiede forse proprio nella possibilità di sfruttare gli stratagemmi teatrali.
Non solo commedia
Momenti di serietà e spunti di riflessione importanti emergono al di là della comicità, nella pièce così come nel romanzo della Austen.
Oltre ai sospiri, agli equivoci, e alle risate ci interroghiamo sulla condizione femminile in una società vittoriana che, per alcuni tratti, non si discosta troppo dalla nostra, e i cui personaggi sono più vicini a noi di quanto non pensiamo. Osserviamo il configurarsi di una donna che, con i suoi giudizi e la sua impertinenza, crea un modello diverso di comportamento, pur essendo piena espressione della sua epoca. Riflettiamo sul matrimonio inteso come punto più alto di emancipazione sociale e familiare. Tutto questo, in un contesto in cui si convive ancora con il fantasma dell’esclusione sociale laddove le condizioni di accettabilità non dovessero essere soddisfatte.
Dove e quando vederlo?
Orgoglio e Pregiudizio è in scena al Teatro Mercadante fino al 1 marzo. Qui potete trovare tutte le informazioni sugli orari e i biglietti dello spettacolo. Orgoglio e Pregiudizio sarà poi in tournée in diverse regioni italiane.
- Fermo (3 marzo) – Teatro dell’Aquila;
- San Casciano in Val di Pesa (5 marzo) – Teatro Niccolini;
- Pavia (dal 6 all’8 marzo) – Teatro Fraschini;
- San Marino (10 marzo) – Teatro Nuovo;
- Brescia (dal 12 al 15 marzo) – Teatro Sociale;
- Torino (dal 17 al 22 marzo) – Teatro Carignano;
- Genova (dal 25 al 19 marzo) – Teatro Duse;
- Reggio Emilia (dal 31 marzo al 1 aprile) – Teatro Ariosto;
- Udine (dal 2 aprile al 4 aprile) – Teatro Nuovo Giovanni da Udine;
- La Spezia (7 e 8 aprile) – Teatro Civico.
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