Una formula magica
A Salerno, a via San Benedetto, c’è una fontana. È così piccola che potrebbe quasi passare inosservata, ma in realtà nasconde in sé una scintilla di magia: si tratta infatti di una fontana incantata, che ha il potere di realizzare qualsiasi sogno d’amore, anche il più impossibile.
Per far sì che ciò accada, secondo la leggenda è necessario recarsi alla fontanella durante il mese d’Agosto, bagnarsi le labbra d’acqua e recitare una vera e propria formula magica:
Anima della fontanella di Margherita, La regina bella, caccia le lacrime di Antonella, tradita dall’infame gemella!
Se, dopo aver recitato queste parole, l’acqua dovesse fermarsi per completare questo rituale d’amore si dovranno raccogliere sette gocce d’acqua della fontana – dette lacrime di Antonella – in una piccola ampolla e poi conservarla: così il proprio desiderio romantico sarà esaudito dalla magia della fontana.
Ma da cosa deriva questo strano cerimoniale? Perché si dice che la fontana sia incantata? E perché le gocce d’acqua vengono chiamate “lacrime di Antonella”? Questa settimana #BussoLaLeggenda svela tutti i segreti della fontana di Salerno e vi racconta una triste e dolce storia d’amore, la storia della bella Antonella e di Raimondo.
La bella Antonella
Antonella era una delle damigelle della regina Margherita di Durazzo. Era una ragazza bellissima e dal cuore gentile, con lunghi capelli e occhi grandi e buoni.
La regina s’era rifugiata a Salerno dopo la morte del proprio consorte Carlo III; qui aveva in parte ricostruito Castel Terracena e vi si era stabilita. Ben decisa a non sposarsi di nuovo, Margherita di Durazzo amava circondarsi unicamente della compagnia delle sue damigelle – e di quella del figlio Ladislao, che talvolta l’andava a trovare.
Proprio durante una di quelle visite, accadde che tra i guerrieri che accompagnavano Ladislao vi fosse Raimondo, un nobile ungherese. Mentre Ladislao era in compagnia della madre, Raimondo iniziò a passeggiare nei dintorni del Castello e fu allora che vide, accanto ad una fontanella, la bella Antonella.
L’amore di Raimondo
Raimondo s’innamorò a prima vista di Antonella, ricambiato. L’amore tra i due era assoluto e palese, ed era tale che anche da lontano ci si accorgeva senza alcuno sforzo di quanto tenessero l’uno all’altra.
Tuttavia, quest’amore così profondo, limpido e bello suscitava le invidie delle altre damigelle di Margherita di Durazzo. Fu per questo che una di loro finì per raccontare a Ladislao di quell’amore appena sbocciato.
Le origini di Antonella furono giudicate troppo umili perché potesse essere ritenuta degna del nobile Raimondo, e così fu mandata nel convento di San Michele, imprigionata affinché il giovane si dimenticasse di lei.
Ma come avrebbe mai potuto Raimondo dimenticarsi così facilmente del buon cuore e della bellezza di Antonella? Nonostante fossero lontani l’amore tra i due non accennava a spegnersi, e nemmeno a diminuire.
Passarono così due lunghissimi anni, durante il quale Raimondo dimostrò al Re tutto il suo valore; proprio in virtù di questo valore, infine Ladislao concesse al giovane di sposare la sua bella Antonella.
Così, Raimondo, finalmente felice, si sposò.
Vanna ed Antonella
Nel 1412, purtroppo, Margherita Durazzo si ammalò di peste.
Ladislao, accompagnato da Raimondo e dalla novella sposa, andarono al suo capezzale; ma quando la regina vide la donna con cui Raimondo s’accompagnava le disse: tu non sei Antonella! Sei la sua gemella Vanna!
E così era: Vanna, la sorella gemella di Antonella, si era sostituita alla fanciulla per poter sposare Raimondo.
Ingannata dalla sorella, credendo che il suo amore l’avesse abbandonata, anche Antonella s’era infine ammalata di peste come la regina Margherita; languiva, moribonda, nella stanza accanto.
Raimondo riuscì a raggiungerla poco prima che spirasse, e le professò ancora una volta tutto il suo amore. Poi, la bella Antonella – il cui volto era ora devastato dalla peste – morì.
Le lacrime di Antonella
Raimondo fu distrutto dalla morte di Antonella e dalla scoperta del terribile inganno ordito dalla gemella Vanna.
Devastato, perse del tutto la ragione: si liberò di tutti i propri averi e, indossando solo un saio, iniziò a vagare per monti e città alla ricerca dell’amata ormai perduta.
Si dice che Antonella esaudisca i desideri di coloro che s’amano davvero: dalla fontana dove lei e Raimondo s’incontrarono per la prima volta piange ancora le sue lacrime, sperando che, intrise di magia, possano aiutare qualcuno a raggiungere la felicità in amore che a lei fu sempre negata.
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