Il Migliaccio è un dolce della tradizione Campana che si prepara soprattutto durante il periodo di Carnevale e per il giorno di Pasqua.
Si tratta di una ricetta davvero antica, che però ha subito tantissime modifiche nel corso della sua esistenza.
Sapevate che c’è stato addirittura un periodo durante il quale la Chiesa ha osteggiato pubblicamente il consumo di questo alimento? E che i cristiani lo collegavano direttamente, oltre che al paganesimo, a demoni e vampiri?
#BussoLaTavola vi racconta tutte le metamorfosi del Migliaccio, questo dolce dalle origini vampiresche e dal sapore delizioso.
Un dolce medioevale
Quella del Migliaccio è una ricetta medioevale. Il suo nome deriverebbe dalla parola latina miliaccium, utilizzata all’epoca per indicare un certo tipo di pane di miglio.
Anche se la sua “data di nascita” si attesta intorno all’anno 1000, da allora la ricetta è stata modificata tantissimo portando, nel corso dei secoli, ad una serie di trasformazioni decisamente radicali della ricetta.
In seguito, infatti, con il nome Migliaccio ci si riferiva ad un dolce contadino della Campania assai povero, fatto con miglio e sangue di maiale.
Il Sangue di Maiale
Dell’avversione da parte della tradizione cristiano-cattolica al maiale ne abbiamo già parlato in un’altra occasione: collegato a divinità pagane come il dio celtico della luce Lug e la dea Cerere, quest’animale era particolarmente mal sopportato dai cristiani. Il consumo delle sue carni era inoltre vietato nell’antico testamento, ed era proibito anche berne il sangue o utilizzarlo per la preparazione di qualsiasi alimento.
In passato pare che il consumo di sangue di maiale venisse inoltre associato – oltre che al paganesimo – a rituali di sangue di matrice satanista ed a creature oscure legate al sangue, come i vampiri; tuttavia, sebbene la Chiesa fosse molto chiara riguardo la propria avversione nei confronti dell’uso del sangue di maiale in cucina – e quindi anche del Migliaccio e del Sanguinaccio – era molto difficile convincere le popolazioni contadine a rinunciare alle proprie tradizioni e consuetudini. Il dolce oltre ad essere di buon sapore e nutriente era anche molto economico.
Alla fine, anche se con lentezza, si riuscì a scongiurare l’uso del sangue di maiale; alla fine del 1700 venne sostituito da zucchero, farina, uova e cannella.
Il Migliaccio
Il Migliaccio da allora venne associato al periodo del Carnevale ed assunse la sua “forma” finale, quella che conosciamo ancora oggi e che, fortunatamente, possiamo gustare.
Chi lo avrebbe mai detto che un dolce così strettamente collegato ad una festa come la Pasqua avesse delle origini vampiresche? E voi, lo sapevate?
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