Controlli dei porti a Ischia: nessun atto di razzismo e discriminazione ma prevenzione. Le precisazioni del sindaco Ferrandino.
I sindaci di Ischia hanno chiesto controlli e tamponi per chiunque arrivasse come turista all’isola, soprattutto per le persone provenienti dalle zone in cui sono scoppiati i focolai. Una decisione presa per precauzione e tacciata come discriminatoria e razzista, tanto che il Prefetto ha annullato l’ordinanza e sono seguiti giorni di polemica.
Uno dei sindaci di Ischia, Enzo Ferrandino, ha precisato le intenzioni a Radio Crc:
«Insieme agli altri quattro sindaci, abbiamo pensato di prescrivere un atto precauzionale, in vista del contagio del coronavirus. Questa ordinanza è stata annullata, perché il Prefetto ha riscontrato un difetto di competenza da parte di noi sindaci. Bisogna attuare un’iniziativa che permetta di circoscrivere il virus, evitando che si espanda. Stiamo cercando di tutelare le nostre comunità, rispetto ad un rischio che, obiettivamente, c’è, evitando di trasformare l’isola d’Ischia come la nave da crociera lasciata in quarantena».
E ha poi aggiunto:
«Non stiamo fomentando nessun allarmismo. Secondo quelli che sono i dati, i focolai sono individuati, prevalentemente, in Lombardia e in Veneto. In quelle zone si sono attuati dei procedimenti restrittivi, come la chiusura di scuole e di università, vietate manifestazione, etc. Nella giornata di ieri, erano diretti dei pullman con più di 100 persone provenienti da quelle zone. Questo non è un atto di razzismo, ma c’è bisogno, in questa fase di emergenza, di strumenti precauzionali. È fondamentale costruire dei cordoni di sanità».
In base alle dichiarazioni di Gigi Lista-L’insorgente, personaggio noto e attivo sul web a difesa del Sud, pronto a smontare qualsiasi bufala che colpisce i nostri territori, intervistato da Cruciani (“La zanzara”), è emerso che l’ospedale di Ischia non sarebbe pronto ad affrontare un’emergenza per cui si ritiene necessario effettuare semplici controlli all’arrivo dei turisti.
Nessuna discriminazione, nessun razzismo ma solo prevenzione di cui non ci si aspettava mancanza di comprensione (soprattutto) dai Lombardi e dai Veneti. Per lo scoppio del colera a Napoli negli anni 70′, è stato fatto lo stesso dalle altre regioni d’Italia (e non sarebbe l’unica situazione da ricordare in questi tempi bui) ma forse per qualcuno, la storia non insegna.
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