Dagli Usa, alla Turchia: cosi il coronavirus (Covid-19) mette in allarme gli altri paesi del mondo e “confina” gli italiani e l’Italia in quarantena. Il premier Conte sbotta: Inaccettabili limitazioni in UE.
Qualche giorno fa il nostro paese ha ufficializzato i primi pazienti positivi al coronavirus; nel corso dei giorni successivi il numero di contagi è andato aumentando posizionando l’Italia al terzo posto dei paesi più contagiati.
Alla luce di questi dati cresce la preoccupazione e le misure di prevenzione adottata negli altri paesi del mondo: alcuni di questi hanno introdotto limitazioni sui viaggi da e verso l’Italia, mettendo di fatto gli italiani in quarantena.
Intanto il Premeir Conte, intervenuto sulla questione, sbotta:
Non sono accettabili!
riferendosi proprio alle limitazioni imposte sull’Italia, in particolar modo dai paesi dell’Ue. Il Premier ha poi proseguito:
Noi stiamo adottando una linea di massimo rigore e di trasparenza. Ieri c’è stata una proficua riunione tra Speranza ed i suoi omologhi Ue, in un clima di massima condivisione e solidarietà, con massima trasparenza sui numeri.
Vediamo dunque cosa cambia per gli italiani o per coloro che vorranno visitare il nostro paese durante questo periodo.
Stati Uniti
Negli Usa l’Italia è salita al livello 2 di pericolosità in una scale di quattro; questo significa che i cittadini americani potranno tranquillamente viaggiare nel nostro paese, prestando però maggiori precauzioni ai focolai di Covid-19.
Prima del 24 Febbraio, giorno dell’ outbreak (scoppio) del virus nel Bel Paese, l’Italia si trovava al livello 1, assieme ad Hong Kong. In questo livello i cittadini non sono invitati a cancellare i viaggi o a spostarli, ma semplicemente dovranno usare le dovute precauzioni.
Assieme all’Italia nell’allerta di livello 2 ricadono anche Giappone ed Iran. Tale livello di allerta riguarda i paesi dove il virus si sta trasmettendo da persona a persona, e si invitano le persone anziani e i malati cronici a considerare di postporre viaggi non essenziali.
Diverso è invece il discorso per la Cina e Corea del Sud, inserite dagli Stati Uniti al livello 3 (raccomandazione ad evitare tutti i viaggi non essenziali). Al livello 4, il più alto possibile nel quale si raccomanda di non viaggiare, non vi è nessun paese sulla lista statunitense.
Ad ogni modo gli Usa raccomandano a tutti i cittadini di seguire le consuete abitudini da adottare quando si viaggi in questi casi: evitare le persone malate, non toccarsi occhi, naso o bocca senza essersi lavati le mani, e lavarsi spesso le mani; aumentare le misure di igiene in generale. Una volta rientrati, chiedere immediatamente aiuto medico prima di andare nello studio del dottore in caso di sintomi.
Turchia
Il ministero degli Estere di Ankara ha addirittura sconsigliato tutti i i viaggi nelle regioni colpite dal virus in Italia “a meno che non necessario”.
Inghilterra
Da Londra invece nessuna intenzione di bloccare i voli a causa del coronavirus. Bloccare i voli stessi, su cui annualmente si spostano 3 milioni di turisti britannici, risulterebbe infatti una misura controproducente. A confermarlo è il ministro della Salute, Matt Hancock. Hancock ha inoltre confermato alle Bbc le indicazioni sull’auto-isolamento per chi arriva nel Regno dal nord Italia e il consiglio di evitare viaggi negli 11 Comuni in lockdown. Continua il suo discorso con la seguente osservazione:
Se guardiamo alla stessa Italia, vediamo che loro hanno fermato i voli dalla Cina e ora sono il Paese più contagiato d’Europa.
Spagna, Olanda e Bulgaria
Veneto, Lombardia Piemonte ed Emilia Romagna sono tra le aree a rischio individuate dal ministero della Sanità spagnolo.
In Olanda invece le autorità hanno ordinato ai propri cittadini di non recarsi negli 11 comuni focolaio.
Il governo bulgaro ha invitato i propri connazionali che risiedono o che hanno intenzione di viaggiare in Italia di recarsi nelle aree del Paese colpite dal coronavirus solo in caso di necessità.
Ricordiamo che già qualche giorno fa un aereo con a bordo degli italiani diretto alle Mauritius è stato bloccato proprio a causa del Covid-19.
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