venerdì, Novembre 22, 2024
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Terra dei Fuochi, Salute e Territorio: La proposta del dott. Luigi Costanzo

Dalle cure solidali del “Ticket sospeso” e “Ticket sospeso 2.0, la cura del tempo” alla tutela ambientale e lotta all’inquinamento in Terra dei fuochi come vicepresidente della sezione di Napoli dell’ISDE. Diventa garante del movimento civico “Liberiamo Fratta” che intende rivoluzionare una delle cittadine più prolifiche dell’area a nord di Napoli, Frattamaggiore, solo per amore del bene comune.

                                                                 L’intervista al dottor Luigi Costanzo

Cos’è il “Ticket Sospeso” e il “Ticket sospeso 2.0”?

Il progetto è attivo da un anno e mezzo e ha avuto un riscontro molto positivo. Noi medici del centro Humanitas, abbiamo deciso di non intascare il corrispettivo economico di alcune prestazioni, mettendo i soldi in una cassa di comunità per l’acquisto di farmaci, radiografie, visite specialistiche, ecc. ma partecipano anche molti assistiti con un contributo mensile (tutto è rendicontato mensilmente, con tutela della privacy e postato sul gruppo Facebook). Ne usufruiscono tutte le persone in difficoltà, soprattutto quando c’è la sospensione sanitaria in Campania ogni 3 mesi. Lo scopo non è quello di fare carità, ma creare il senso di appartenenza a una comunità. È nato anche il “Ticket 2.0, la cassa del tempo”: le persone spesso si sentono mortificate dell’aiuto e così potranno mettere a disposizione del tempo che si incontrerà con le esigenze delle persone del nostro territorio. C’è partecipazione di tutti gli assistiti, circa 5000 persone legate da solidarietà, che è più importante di qualunque contributo economico. Tutti sono utili e ognuno si sente parte attiva di una comunità in cui ci si prende cura l’uno dell’altro e si riscopre il senso di stare insieme. Vogliamo anche togliere le persone dall’imbarazzo di dover ricambiare qualsiasi favore, liberarle attraverso un gesto di una solidarietà che diventa contagiosa e si propaga. Ci sono valori che non sono quantizzabili.

Sono anni che lotta contro l’inquinamento per tutela dell’ambiente nella terra dei fuochi…

Sono un padre, un cittadino e un medico. Essere tutto questo in terra dei fuochi, mi ha imposto di agire e mi ha portato, come medico soprattutto, a fare in modo che le persone non vengano solo curate ma che riescano a non ammalarsi e mettere la prevenzione primaria e la tutela delle matrici ambientali, al centro del mio operato. Sono un medico allarmista che si chiede tutti i giorni il motivo per cui ci sono tumori aggressivi che colpiscono in età giovanile, anziani con allergie sviluppate in tarda età, donne che non riescono ad avere bambini per infertilità e tanto altro che contraddice ciò che ho studiato. Ho aderito all’ISDE, i medici per l’ambiente e ora sono vicepresidente della sezione di Napoli, il presidente è l’oncologo Marfella, il nostro motto è “tutti sono responsabili dell’ambiente, i medici lo sono due volte”.

Come si fa a cambiare la mentalità dei pazienti?

Il medico di famiglia è il medico sentinella del territorio, deve informare e formare le persone. Il modo in cui trattiamo l’ambiente e lo stile di vita individuale salutare sono importantissimi. Siamo ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo e questo lo dico di continuo però non c’è stile di vita che tenga questa pressione ambientale, perciò ci ammaliamo lo stesso. Sono un medico in guerra ma combatto con armi spuntate perché se un paziente ha la bronchite cronica, non gli posso dire di respirare l’aria delle nostre campagne intrise di puzza di diossina e di plastica bruciata. Poi a causa della sanità sospesa, si fanno operazioni e controlli dopo mesi, le prenotazioni hanno tempi biblici. Le cure sono più un diritto ma un privilegio di pochi che hanno i santi in paradiso. La prevenzione secondaria è fondamentale e deve passare questo messaggio: le persone devono andare dal proprio medico curante a farli perché possono salvare la vita delle persone. La figura del medico di famiglia è rimasta quella di cui ancora si può avere fiducia, coloro i quali ascoltano i problemi di ogni genere delle famiglie a loro assegnate e proprio per questo deve costantemente incidere nelle persone tutto il necessario.

In cosa consiste il progetto politico?

Abbiamo individuato nella persona fragile, il nostro punto di riferimento per costruire un ideale di città che sia inclusiva, solidale, con senso di appartenenza e custodia del territorio. Il movimento è legalmente costituito, ha uno statuto e durerà oltre la scadenza elettorale; ci sono più gruppi di lavoro e ci riuniamo in un’assemblea plenaria ogni 15 giorni. Sono il garante del progetto costruito insieme a tante persone che si sono aggregate spontaneamente, diventati protagonisti, partecipi della vita quotidiana. I problemi ci sono ed è difficile risolverli, ma possiamo sbagliare insieme e trarre anche positività. Aggreghiamo competenze, ridiamo sensibilità e formiamo le persone.

Perché questa scelta?

La nostra associazione agisce per legittima difesa. Cerchiamo di trasferire alla città ciò che facciamo da anni con lotte e attivismo indipendente dalla politica ma essa serve per concretizzare le azioni. Non bisogna più delegare, ci mettiamo in gioco per amore delle tante proposte fatte all’amministrazione che non sono state accolte. Non campiamo di politica, vogliamo solo farla rivivere, attraverso la nostra storia.

“Liberiamo Fratta”, in che modo?

Tutela dell’ambiente, stop al consumo del territorio, riduzione del traffico, economia circolare, più lavoro, cultura e problematiche di quartiere al centro. È un ritorno alla politica vera che porterà competenze al servizio della città che non sarà più spremuta fino all’osso. Senza rancore e attacco, un ritorno alla fiducia e alla propositività.

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Parte dell’intervista è presente sul nostro cartaceo del bimestre Febbraio/Marzo in distribuzione gratuitamente nelle edicole e nei maggiori punti di interesse della Campania. Potete scaricarlo nella versione PDF qui.

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