Esiste forse qualcuno al mondo a cui non piaccia la Parigina?
La Parigina è uno degli street-food più amati della tradizione partenopea, dagli ingredienti tanto semplici quanto gustosi: si tratta di due rettangoli di pasta sfoglia che contengono pomodoro e prosciutto cotto.
Ma conoscete la sua vera storia? E siete sicuri di sapere il motivo per cui si chiama proprio così? #BussoLaTavola questa settimana vi racconta tutti i segreti che condiscono questa deliziosa sfoglia – sicura che vi sorprenderanno.
Da Parigi, ma non poi così tanto
La Parigina è decisamente antica: la sua ricetta fu inventata nel tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 a Napoli, da uno degli chef francesi che lavoravano nelle cucine della reggia di Napoli.
Questi chef francesi, detti Monsù – termine che deriva dalla parola francese “monsieur” – erano stati invitati nella capitale partenopea da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, che a breve si sarebbe sposata con Ferdinando IV.
Dell’identità Monsù che avrebbe creato la parigina per deliziare il palato della regina non c’è rimasto molto – non sappiamo nemmeno il suo nome. Tuttavia, siamo certi che sia stato allievo del cuoco francese Marie Antoine Careme Arfagne, che elaborò la ricetta della pasta sfoglia per la prima volta.
Utilizzando dunque la ricetta del suo maestro, il Monsù trapiantato a Napoli inventò la Parigina, che risultò particolarmente gradita alla regina Maria Carolina.
Tuttavia, non è in virtù delle sue origini francesi che la Parigina porta questo nome.
Da Napoli, p’ ‘a’ Riggin’
Il nome della celeberrima pizza rustica è stato infatti ideato solo in seguito.
Ci sono due versioni di questa storia: la prima asserisce che il nome sia stato inventato da un cuoco napoletano che aveva collaborato con il Monsù. Il cuoco, volendo ricordare che questo piatto era stato ideato per la regale Maria Carolina, l’avrebbe chiamato letteralmente “p’ ‘a’ Riggin‘” – cioè “per la Regina” – che nel parlato si sarebbe contratto nel nome che noi tutti conosciamo di “Parigina”.
La seconda versione racconta che invece la ricetta ideata dal Monsù fosse in origine diversa in alcuni particolari; la ricetta rustica che noi tutti conosciamo ed amiamo sia stata ideata nel 1970 da un cuoco che lavorava nella rosticceria di Sant’Antonio di Afragola – e che le avrebbe in seguito dato il nome di ‘p ‘a’ Riggin’ / Parigina.
Quale che sia la verità, l’unica cosa certa è che le origini parigine di questa pizza rustica c’entrano ben poco con il suo nome.
La Parigina
Non possiamo insomma che essere grati alla regina Maria Carolina per aver portato a Napoli quel Monsù che, ispirato dalla sua figura e dalle bellezze della Campania, ha elaborato questa ricetta così deliziosa.
La prossima volta che mangeremo una Parigina, al primo morso, quasi come ad un brindisi potremo dunque esclamare “Per la Regina!”, e gustare questa bontà in suo onore.
_
Non perderti gli altri articoli sui sapori leggendari della Campania. Ecco gli altri articoli di #BussoLaTavola:
-
La leggenda dei maccheroni napoletani e del mago che li creò
-
La mozzarella divina e la ninfa Baptì-Palìa
-
Il limone ed il Limoncello
-
Tra lacrime, lava e re peruviani il pomodorino del piennolo
-
La regale storia delle cozze
-
Il mistero della pasta alla genovese
-
Lacryma Christi, da dove deriva il suo nome?
-
La torta caprese, ovvero la storia fortunata d’una torta sbagliata
-
Storia dei taralli e di un tarallaro
-
Il fantasma delle sfogliatelle
-
Le graffe e le zeppole di San Giuseppe
-
Il torrone dei morti
-
I Divinamore e le paste reali
-
Tra baffi e re, i Mustacciuoli
-
Gli antichi Susamielli
-
I Raffioli, i ravioli dolci di Napoli
-
La rotonda storia degli Struffoli
-
Roccocò, i dolci dell’Immacolata
-
Tra peccati mortali e animali parlanti, il Capitone
-
Ecco perché si mangiano le Lenticchie a Capodanno
-
La prima Pastiera Napoletana
-
Storia e segreti dei Biscotti di Castellammare
-
La Pizza tra realtà e leggende
-
Un trucco di magia in cucina: gli Spaghetti alle Vongole Fujute
-
Storia del Crocché di Patate dalla tavola alla strada
-
Il Polpo alla Luciana che “se coce int’ all’acqua soja”
-
Le Chiacchiere ed il Sanguinaccio
-
Le metamorfosi del Migliaccio dai Vampiri al Carnevale
–
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook de La Bussola per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Instagram!