venerdì, Novembre 22, 2024
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“Libero” discrimina il Sud, esplode l’indignazione su Facebook

Gianni Simioli pone all’attenzione dei suoi seguaci l’ultimo provocatorio (ma anche discriminatorio) titolo del giornale “Libero”: gli utenti sono indignati

Il giornale “Libero” ci è cascato di nuovo. Il noto conduttore di RadioMarte commenta con l’hashtag #merde l’ennesimo titolo discriminatorio del quotidiano e sotto il post, l’indignazione dei followers di Simioli esplode. C’è chi posta foto di cornetti, chi propone la radiazione dell’intera redazione di “Libero” e chi, invece, suggerisce usi alternativi per utilizzare le pagine del giornale, la maggior parte da svolgere in toilette. Eppure questo è solo l’ultimo attacco che “Libero” fa: al Meridione, ai migranti, alla comunità LGBT, alle minoranze di qualunque tipo.

La prima pagina dello scandalo

“L’infezione crea l’Unità d’Italia. Il virus alla conquista del Sud”: questo il titolo incriminato, stampato a caratteri cubitali in rosso e nero sulla prima pagina del giornale. Segue il bollettino di guerra che tutti i media di notizie da giorni ci informano, facendo particolare attenzione a trattare prima dei casi scoperti al Sud e, solo alla fine, arriva la notizia che la zona rossa del Nord va sempre più allargandosi. A concludere il tutto, nel taglio basso del giornale, un altro articolo che grida “Napoli difende il rapinatore”, facendo riferimento al caso del quindicenne ucciso da un Carabiniere durante una rapina.

Molto rumore per nulla

“Libero”, soprattutto negli ultimi anni, ci ha abituati a titoli del genere, titoli che fanno parlare di sé e destano scalpore. E certo, gli attacchi della redazione tutta e del direttore Vittorio Feltri rischiano spesso di offendere le coscienze di molti e sempre quelle di qualcuno. Eppure si tratta di titoli che, non a caso, non passano mai in sordina: creano un effetto, sebbene negativo, in chiunque venga attaccato nel titolo della giornata. Bisogna, dunque, chiedersi se c’è davvero bisogno di sentirsi toccati da titoli creati ad hoc per far parlare di sé.

In fondo se non fosse per titoli del genere, chi ancora parlerebbe di carta stampata nell’era in cui le news online circolano velocemente e gratuitamente?

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